lunedì 22 dicembre 2008

AUGURI

"Che cos'è il Natale?
E' tenerezza per il passato,
coraggio per il presente,
speranza per il futuro."
(Agnes M. Pahro)

A tutti i visitatori del blog tanti auguri per un sereno Natale!

lunedì 24 novembre 2008

BJORN LOMBORG "CON LA SPESA DI KYOTO POTREMMO GARANTIRE ACQUA POTABILE A CHIUNQUE E PER SEMPRE"

Continuiamo a leggere testimonianze di pentimento di ex ambientalisti che, dopo aver superato la visione ambientalista ideologica, hanno voluto mettere seriamente a confronto gli slogan ambientalisti e le verità scientifiche.
Risultato più che evidente: l'abbandono del mondo ambientalista.
Stavolta ascoltiamo le parole di Bjorn Lomborg, quarantun'anni, uomo di sinistra, militante di Greenpeace, Phd in scienze politiche all'Università di Copenhagen.

Dopo aver scoperto le bugie degli ambientalisti ed aver abbandonato Greenpeace, Bjorn Lomborg ha fondato il Copenhagen Consensus, un gruppo di esperti in discipline diverse - economisti compresi - che si sono presi la briga di analizzare, con pragmatismo appunto, i problemi globali del pianeta.
Dal febbraio 2002 al luglio 2004, inoltre, Lomborg è stato Direttore dell’Istituto nazionale di Danimarca per la valutazione ambientale.

Per il 2008 Lomborg è stato annoverato dal "Guardian" tra le 50 persone che possono salvare il mondo mentre la rivista "Times" l'ha definito una delle 100 persone più influenti del mondo.
Ecco il parere di Lomborg tratto da interviste a “Il Giornale” e a “Il Sole 24 Ore”

"(Essere un ambientalista “scettico”) signiflca che io sono un ambientalista, perché - come la maggior parte della gente - mi preoccupo per la nostra Terra e per la salute e il benessere delle generazioni a venire.
Ma sono anche scettico, poiché me ne preoccupo abbastanza da non voler agire sulla base di semplici miti, ottimisti o pessimisti che siano.
Al contrario, gli uomini dovrebbero utilizzare le informazioni più accurate di cui dispongono per perseguire, tutti insieme, l’obiettivo comune di rendere migliore il domani”.

"La litania (Lomborg chiama in questo modo gli slogan e gli allarmi lanciati dagli ambientalisti - ndr) ha pervaso il dibattito così profondamente e così a lungo, che affermazioni chiaramente false possono essere dette e ripetute, senza alcun riferimento preciso, e ciò nonostante essere prese per buone.
Questa non è la conseguenza del fallimento della ricerca accademica sui problemi ambientali, che anzi è bilanciata e competente.
Piuttosto, ci troviamo di fronte alla disfatta della divulgazione delle conoscenze ambientali, che tocca insistentemente la corda delle nostre credenze fatalistiche”.

"Diciamo le cose come stanno.
Quanto peggio viene ritratto lo stato di salute dell’ambiente tanto più facile è per gli ambientalisti convincerci a spendere denaro su di esso anziché in ospedali, asili, eccetera. "

"Penso che potremmo aiutare il Terzo Mondo assai di più facendo altre cose, per esempio fornendo loro acqua potabile e servizi sanitari.
Con la spesa dl 200 miliardi - che è il costo di Kyoto per un solo anno — potremmo garantire acqua potabile a chiunque e per sempre.
Questo salverebbe ogni anno due milioni di persone dalla morte e mezzo miliardo di persone da una grave malattia. "

"Tra venti anni, ci volteremo indietro e ci meraviglieremo di esserci preoccupati così tanto. L’ambientalismo non sarà più una religione, ma semplice buonsenso”.

"Avete notato che i militanti ambientalisti quasi immancabilmente non si limitano a dire che c'è il riscaldamento globale e che è un male, ma anche che quello a cui stiamo assistendo è perfino peggio di quanto ci aspettassimo?
È strano, perché qualunque approccio sensato ai procedimenti scientifici indurrebbe a pensare che, man mano che affiniamo le nostre conoscenze, scopriamo che le cose a volte vanno peggio e a volte meglio di quello che ci aspettavamo, con una distribuzione fra cattive e buone notizie che verosimilmente dovrebbe essere di 50 e 50.
Per i militanti ambientalisti, invece, è quasi immancabilmente di 100 a 0."

giovedì 20 novembre 2008

CHICCO TESTA: "AMBIENTALISTI ESTREMISTI, NEGAZIONISTI E IPOCRITI"

Sembra proprio di poter affermare che "chi conosce l'ambientalismo, lo evita".

Dopo Patrick Moore, scappato da Greenpeace di cui era fondatore e Direttore Generale oggi approfondiamo il pensiero di Chicco Testa (con Veltroni nella foto).
Per capire chi sia stato Chicco Testa per il mondo dell'ambientalismo partiamo dal suo curriculum ambientalista e anche politico (se non sei di sinistra non puoi essere ambientalista...).

Nel 1980 Chicco Testa è Segretario Generale e poi Presidente di Legambiente
Nel 1987 raggiunge l'apice della sua carriera ambientalista con il referendum dell’8-9 novembre per il NO al nuclare
Nel 1987 viene eletto deputato del Partito Comunista Italiano
Fino al 1994 viene eletto deputato nel Partito Democratico di Sinistra

Leggete cosa pensa oggi Chicco Testa del mondo dell'ambientalismo attraverso le sue parole tratte da un'intervista rilasciata a Giordano Bruno Guerri:

"C’è qualcuno che si definisce ambientalista e dà le patenti agli altri.
Per loro bisogna essere un estremista per essere ambientalista, ovvero negazionista di tutto.
E’ un atteggiamento intollerabile, perché pieno di ipocrisia. (...)

Il pianeta non ha nessun bisogno di essere salvato, il pianeta è un organismo fisico, biologico, che ha la sua vita: è stato freddo, è stato caldo, diventerà nuovamente freddo.
E’ stato deserto, e non gliene frega niente di quante foreste ha sopra.
In realtà stiamo discutendo del pianeta che piace a noi, di rappresentazioni caricaturali della natura. (…)

(essere un ambientalista oggi significa) avere a cuore il fatto che una parte importante della nostra vita dipende dalle risorse naturali e che quindi dobbiamo saperle preservare e riprodurre. C’è anche un aspetto estetico, il sacchetto di plastica buttato in un corso d’acqua fa più danni al buongusto che all’ambiente.(…)

Nel movimento ambientalista, fin dalle origini, ci sono due atteggiamenti diversi.
Uno è quello catastrofista, che spinge a forme di millenarismo e predica la penuria come risposta ai problemi; un’altra corrente, che è fortissima ma non ha avuto molto peso politico, è quella che spera nella ricerca, nella tecnologia, nell’innovazione: cose che ci consentano di vivere consumando di meno ma migliorando la qualità della nostra vita.. (…)

(I Verdi) cioè quella roba che da anni prende il 2 per cento e che fa una politica sostanzialmente reazionaria, nel senso storico della parola.
Reazionaria perché è una politica che ha coltivato gli egoismi locali scambiandoli per interessi generali.
E che ha difeso lo status quo scambiandolo per il mantenimento dell’equilibrio ambientale. "

Per leggere integralmente l'intervista di Giordano Bruno Guerri a Chicco Testa cliccare qui

mercoledì 19 novembre 2008

PATRICK MOORE: "AMBIENTALISTI DI GREENPEACE? ATTIVISTI POLITICI O IMPRENDITORI DELL'AMBIENTE, SENZA CONOSCENZE SCIENTIFICHE"

Interesse ambientale o interesse politico?
Interesse ambientale o interesse imprenditoriale?

Dopo le parole di Vaclav Klaus, Presidente della Repubblica Ceca, pubblicate nel mio post di ieri, un altro contributo alla riflessione (sempre a patto che serva viste le risposte fin troppo scontate...) ci viene leggendo il parere di Patrick Moore che è stato fondatore e direttore di Greenpeace che nel 1986, scoprendo le vere logiche ispiratrici delle battaglie ambientaliste ha abbandonato Greenpeace spiegandone le ragioni:

"Nel 1971 si stava radicando in Canada un'etica ambientalista e pacifista, e io decisi di partecipare.
Appena ottenni il mio dottorato in Ecologia, misi assieme il mio background scientifico con le forti capacità mediatiche dei miei colleghi.
Coerentemente con le nostre tesi pacifiste, fondammo Greenpeace.
Ma dopo ho imparato che il movimento ambientalista non sempre è guidato dalla scienza.
(...) Dapprima, molte delle cause che portammo avanti, come l'opposizione ai test nucleari e la protezione delle balene, scaturivano dalle nostre conoscenze scientifiche di fisica nucleare e biologia marina.
Ma dopo sei anni passati come uno dei cinque direttori di Greenpeace International, mi resi conto che nessuno dei miei colleghi direttori aveva alcuna formale competenza scientifica.
Erano o attivisti politici o imprenditori dell'ambiente.
Alla fine, la tendenza ad abbandonare l'obiettività scientifica in favore delle agende politiche mi obbligò a lasciare Greenpeace nel 1986.
Il punto di rottura fu la decisione di Greenpeace di appoggiare la campagna internazionale contro l'uso del cloro.
La scienza ci mostra che aggiungere cloro all'acqua da bere è stato la più grande conquista nella storia della sanità pubblica, che ha consentito la virtuale scomparsa di malattie legate all'uso dell'acqua, come il colera.
E la maggior parte dei nostri farmaci sono basati sulla chimica del cloro.
In parole povere, il cloro è essenziale per la nostra salute.
I miei ex colleghi ignorarono la scienza e appoggiarono la campagna contro l'uso del cloro, obbligandomi ad andare via.
Nonostante la scienza sia giunta alla conclusione che non esistano rischi conosciuti - e che ci siano grandi benefici - nell'uso del cloro nell'acqua potabile, Greenpeace e altre associazioni ambientaliste si sono opposte al suo uso per oltre vent'anni. (...)"

Per leggere integralmente l'articolo "Why I Left Greenpeace" sul sito di "The Wall Street journal" (in inglese) cliccare qui

martedì 18 novembre 2008

VACLAV KLAUS: "IT IS NOT ABOUT CLIMATOLOGY. IT IS ABOUT FREEDOM"

"Non si tratta di climatologia. Si tratta di libertà"

Ecco le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, intervenendo nel dibattito su cambiamenti climatici, Protocollo di Kyoto, riduzione delle emissioni e proclami ambientalisti vari:

Da uno che è vissuto sotto il comunismo per la maggior parte della vita, mi sento in obbligo di dire che io vedo la più grande minaccia alla libertà, alla democrazia, all’economia di mercato e alla prosperità non nel comunismo ma nell’ambientalismo ambizioso.
Questa ideologia vuole sostituire l’evoluzione libera e spontanea dell’umanità con una specie di pianificazione centrale.
Invece di parlare dell’ambiente, facciamo attenzione al nostro comportamento personale perché bisogna essere fiduciosi nell’evoluzione spontanea della società umana, senza spaventarci con previsioni catastrofiche”.

venerdì 14 novembre 2008

VERUM SCIRE EST SCIRE PER CAUSAS (Aristotele)

Traduzione del titolo: "Il vero sapere è sapere attraverso le cause"

La Commissione europea insiste nell’invito a mantenere la volontà di ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020.

Il Professor Franco Battaglia, ospite anche del Comune di Limbiate in un incontro pubblico davvero molto interessante e partecipato, ci aiuta a capire meglio il senso della tanto inflazionata “riduzione delle emissioni”.

Ma, al tempo stesso, ci aiuta a capire l’oggettivo “non-senso” con il quale in una logica di retorica ambientalista e di moda ambientale, si sta trasformando la corretta sensibilizzazione al risparmio energetico in una strumentale campagna di presunto salvataggio del pianeta inutile e strumentale.

Ecco alcuni brani tratti dal suo articolo apparso su “Il Giornale” (è possibile leggere l’intero articolo cliccando qui):

“(…) La nostra civiltà è fondata sulla possibilità di trasferire energia abbondante e a buon mercato.
Provate a immaginare come vi toccherebbe mutare le vostre abitudini di vita se foste privati del solo frigorifero.
L’energia va risparmiata?
La domanda è mal posta, perché l’energia né si crea né si distrugge; non a caso pochi righi sopra ho scritto «possibilità di trasferire».
Trasferimento che oggi operiamo, quasi al 90%, bruciando petrolio, gas e carbone.
E facciamo così perché è così che sappiamo fare.
Dobbiamo allora risparmiare petrolio, gas e carbone, perché altrimenti finiscono?
No, perché non ha senso risparmiare un bene finito.
Per esempio: se il petrolio del pianeta finisse fra 50 anni e se l’Italia decidesse da domani di risparmiarlo al 100%, allora il petrolio del pianeta finirebbe fra 51 anni.
Dobbiamo risparmiarli perché costano e bruciarli ci impoverirebbe?
No, perché è proprio bruciandoli che possiamo trasferire più energia e far fronte alle crisi: è la disponibilità e il consumo di energia, non il suo risparmio, che crea posti di lavoro e, quindi, ricchezza e benessere.Qualcuno s’è inventato che dobbiamo risparmiarli perché il pianeta, per via dell’effetto serra antropogenico (causato dall’uomo – ndr), sarebbe malato e andrebbe salvato.
I potenti del mondo gli hanno dato ascolto e decisero di ridurre le emissioni del 5% entro il 2012 (protocollo di Kyoto).
Poi, visto che il mondo si sta rivelando incapace di operare alcuna riduzione, i potenti d’Europa decisero, con logica che mi sfugge, che la riduzione dovrebbe essere del 20% entro il 2020. (…)
Il che ci consente di fare l’aritmetica di cui vi risparmio i calcoli e vi do il risultato: l’Italia entro il 2020 dovrebbe essersi sbarazzata di tutte le automobili in circolazione.
Oppure aver sostituito tutte le sue centrali elettriche (diverse da quelle idriche) con altrettanti reattori nucleari: a occhio e croce una trentina, con un impegno economico di 100 miliardi.Non paghi della titanica sfida, non vogliamo reattori nucleari.
Vorremmo turbine eoliche o pannelli fotovoltaici.
Il che crea tre problemi.
Uno economico, uno tecnico e uno ambientale.
Per quello economico, basti sapere che impianti eolici e FV equipollenti a quelli nucleari detti costerebbero, rispettivamente, 200 e 2.000 miliardi.
Per quello tecnico basti sapere che la loro presenza non evita l’installazione di quelli nucleari, che devono funzionare quando il Paese richiede energia elettrica anche se il sole non brilla o il vento non soffia.
Per quello ambientale basti notare che servirebbero almeno 200.000 turbine eoliche (…)
Insomma, il 20-20-20 è una mostruosità logica, economica, tecnica e ambientale.
E anche giuridica perché non è con la forza delle leggi dei parlamenti che si possono violare le leggi della scienza e dell’economia.
Infine, è una mostruosità scientifica, perché se mi domandate se l’umanità sta scaldando il pianeta, la risposta è categorica: no.
Ma come si fa a dirlo da sotto questa pesante cappa di conformismo che tutti opprime e asfissia?
Accenno solo che a fronte delle 20 Gt di CO2 che l’umanità immette ogni anno, ve ne sono 2000 in atmosfera e 150.000 nelle acque degli oceani.
Che dire? Andate pure avanti che a qualcuno già scappa da ridere?”

giovedì 13 novembre 2008

I SINDACATI LITIGANO, I DIPENDENTI ALITALIA SCIOPERANO E GLI ITALIANI CHIEDONO: “LICENZIATELI!”

Mentre il teatrino dei sindacati ci presenta l'atto della "rottura" tra Epifani (CGIL) e la coppia Bonanni- Angeletti (CISL e UIL) la gente non li sopporta più.
Mentre Epifani fa la "prima donna", fa l'offeso, fa il permaloso e ci tedia con l'ennesimo sciopero del 12 dicembre, la gente guarda e giudica.
Mentre si sciopera negli aeroporti, la gente ne ha piene le tasche.

E allora ancora una volta voglio dare la parola agli italiani.
Perchè, contrariamente a quanto pensano Epifani, Bonanni, Angeletti e i vari urlatori megafonari da comizio, gli italiani dimostrano di avere le idee molto chiare.


Sondaggio Demoskopea per Il Giornale:

Il 74% degli italiani chiede che si intervenga contro gli scioperi selvaggi con la precettazione

Il 55% degli italiani non ritiene lo sciopero uno strumento valido

L’83%, degli italiani sostiene che non è giusto che i cittadini paghino gli scioperi con disagi personali


Sondaggio SkyTg24:

L’80% degli italiani ritiene giusto licenziare i dipendenti di Alitalia che hanno scioperato senza preavviso

mercoledì 12 novembre 2008

QUELLO CHE CARLA BRUNI NON DICE

Je suis très heureuse d’être
devenue française parce
que j'ai honte de ces scènes
(sono molto felice d'essere diventata francese
perché mi vergogno di queste scene)

Mentre la "francese" Carla Bruni scende dall'aereo presidenziale, negli aeroporti italiani in nome del diritto di sciopero e in nome del sindacato si violano i diritti altrui, si impedisce agli altri di lavorare e si va contro la legalità.


P.S.: la frase in francese è stata ottenuta unendo la frase pronunciata da Carla Bruni "Je suis très heureuse d’être devenue française" e una frase da me tradotta utilizzando Google Translate "parce que j'ai honte de ces scènes" per cui mi preparo alla lavagna pronto ad accettare le segnalazioni di errori....

martedì 11 novembre 2008

CHI RAPPRESENTANO COSTORO?

In questi giorni i sindacati mi hanno davvero annoiato: prima la scuola, poi i trasporti e poi arriveranno i metalmeccanici e così via.
Disagi per tutti, cortei e le solite parole dei sindacalisti, trite e ritrite, che davanti ai microfoni nelle piazze o davanti alle telecamere rivendicano questo o quello a nome dei lavoratori.

Ma chi l'ha detto che costoro parlano a nome dei lavoratori?
Ma chi l'ha detto che costoro agiscono in nome e per conto dei lavoratori?

Vediamo cosa ne pensano gli italiani.
Vediamo cosa ne pensano coloro che i sindacalisti si arrogano il diritto di rappresentare.
Vediamo cosa ne pensano coloro in nome dei quali i sindacalisti dichiarano di agire.

Sondaggio ISPO - Renato Mannheimer
pubblicato sul sito de "il Corriere della Sera" in data 10 novembre
il 49% degli italiani ritiene il sindacato rappresentativo dei lavoratori
in pratica: la metà degli italiani non si sente rappresentato dai sindacati


Sondaggio SWG - Publica Res
commissionato nel settembre 2008 dall'Ambasciata britannica in Italia e dal Britissh Council in occasione del convegno annuale italo-britannico di Pontignano
il 77% degli italiani dai 18 ai 35 anni non ha fiducia nel sindacato
in pratica: tra le nuove generazioni 4 italiani su 5 non si fidano dei sindacati


Sondaggio Crespi Ricerche
realizzato nel settembre 2008 durante la trattativa Alitalia
il 63% degli italiani ritiene il sindacato responsabile della crisi Alitalia
in pratica: la stragrande maggioranza degli italiani non ha condiviso la battaglia sindacale anzi, l'ha giudicata negativamente

Chi rappresentano costoro?

venerdì 7 novembre 2008

LEZIONE DI AMERICANO E RIPASSO DI STORIA

L'America ha votato e Barack Obama è il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
In questo momento in cui gli sconfitti italiani vestono i panni americani per avere finalmente qualcosa da festeggiare, propongo una lezione di lingua americana partendo dal verbo modale can che ha segnato e caratterizzato la campagna elettorale di Obama.
Un modo per ricordare che Barack Obama scriverà sicuramente la storia americana dei prossimi anni ma la vittoria di Barack Obama non potrà mai riscrivere la storia italiana.

cliccare le immagini per vederle ingrandite

giovedì 6 novembre 2008

THANK EPIFANI IT'S FRIDAY!

THANK GOD IT'S FRIDAY (Grazie a Dio è venerdì) è un'espressione molto popolare negli USA ma utilizzata anche nel resto del mondo per salutare l'arrivo del venerdì e quindi del fine settimana.

Ho voluto "storpiare" senza intenzioni blasfeme questo modo di dire pensando agli scioperi dei Sindacati e, in particolare:
- sciopero dei trasporti: venerdì 17 ottobre
- primo sciopero dei dipendenti pubblici: venerdì 7 novembre
- secondo sciopero dei dipendenti pubblici: venerdì 14 novembre
- sciopero dei metalmeccanici: venerdì 12 dicembre
Unica eccezione lo sciopero della scuola che è stato proclamato di giovedì all'indomani dell'approvazione del decreto (ma, tanto, erano giorni che nelle scuole si preferiva l'attività sindacale a quella didattica).

Mi sono fatto il seguente domandone:

SE VI SERVE L'AIUTO DA CASA NON CHIAMATE ME!!!!
- non ho mai avuto tessere sindacali
- non ho mai partecipato o aderito a scioperi
- sono sempre entrato in classe quando c'erano i picchetti a scuola
- ho partecipato alle manifestazioni di Forza Italia contro il governo Prodi sia a Roma che a Milano ma perchè ERANO DI SABATO. Durante la settimana devo lavorare...

mercoledì 29 ottobre 2008

IL DECRETO GELMINI E' LEGGE


Questa mattina il Senato della Repubblica ha approvato il "decreto Gelimini" che, pertanto, è stato convertito in legge.

Esito della votazione:
162 voti favorevoli
134 voti contrari
3 astenuti

STUDENTI CHE DICONO "NO": LIBERI DI MANIFESTARE, LIBERI DI STUDIARE

Ecco un altro esempio significativo di chi, stanco degli slogan, stanco delle pseudo-occupazioni, vuole che l'Universtità torni ad essere prima di tutto un posto dove studiare.
Se condividi il testo della petizione e vuoi dare il tuo sostegno a quella maggioranda di studenti che, pur rispettando chi non condivide la riforma, pretende rispetto verso chi ha voglia di studiare, firma il testo della petizione cliccando qui
__________________________________________________

LIBERI DI MANIFESTARE, LIBERI DI STUDIARE
liberi di contribuire a costruire un'università migliore


L'università italiana è malata.
Egemonizzata da privilegi baronali, minata dal proliferare degli sprechi e da un utilizzo scellerato delle risorse, squalificata da una corsa al ribasso nell'offerta formativa, sempre più lontana dalla vita reale e dal mondo del lavoro.
L'università è malata anche di "iperpoliticità".
Non nel senso più alto e nobile dell'impegno politico, ma nel solco di una deriva ideologica che, a partire dal Sessantotto, ha bruciato tante generazioni e causato i guasti con i quali oggi siamo chiamati a confrontarci.
L'università italiana deve cambiare.
Noi vogliamo un'università che funzioni; che disponga di adeguate risorse, ma soprattutto che sappia impiegarle razionalmente, evitando gli sperperi e interpretando la propria missione al servizio degli studenti e del futuro del Paese.
E' inutile reclamare risorse e lamentare tagli nei finanziamenti se non si è capaci di spendere bene il denaro di cui si dispone.
Noi rispettiamo coloro che stanno protestando e manifestando il proprio dissenso, quando ciò avviene nell'ambito della legge.
Tuttavia, temiamo che le manifestazioni di protesta diventino, nei fatti, manifestazioni di sostegno nei confronti di chi ha interesse a mantenere lo status quo.
E ci sembra quantomeno irrazionale manifestare contro provvedimenti che ancora non esistono, e dunque non possono essere conosciuti.
Pretendiamo la stessa dignità e lo stesso rispetto per chi, come noi, giudica indispensabile un'azione riformatrice, valuta positivamente i provvedimenti fin qui adottati dal ministro Gelmini sulla scuola e intende dare un contributo costruttivo.
E pretendiamo dignità e rispetto per chi decide di costruire il proprio futuro continuando a seguire le lezioni e a svolgere regolarmente gli esami.
Si tratta di una larga maggioranza silenziosa, e non permetteremo che i suoi diritti vengano calpestati.
Liberi di manifestare, ma liberi anche di studiare e di contribuire a costruire una scuola e un'università migliori.

Petizione promossa da "Forza Italia Giovani" e dal quotidiano "Libero"
__________________________________________________

martedì 28 ottobre 2008

ARTICOLI 5 - 5bis - 6 - 7 - 7bis - 8: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sugli articoli 5 - 5bis - 6 - 7 - 7bis - 8 della "Riforma Gelmini"


COSA DICE LA SINISTRA
"Verranno licenziati 87.000 insegnanti"
"Chiuderanno le scuole di montagna"
"Si distrugge l'Università"


COSA DICE IL DECRETO
Verranno licenziati 87.000 insegnanti? FALSO!
Non ci sarà nessun licenziamento: si andrà a razionalizzare il numero degli insegnanti rispetto al fabbisogno, non assumendone ulteriori.
In Italia c’è un docente ogni 9 alunni mentre in Europa c'è un dovente ogni 13.
In Italia nella scuola ci sono 1 milione e 350.000 dipendenti!!!

Chiuderanno le scuole di montagna? FALSO!
Nessuna scuola sarà chiusa.
Sarà invece unificato il personale amministrativo con un unico preside e un unico segretario per due scuole vicine (come previsto precedentemente dal governo di centrosinistra)

Si distrugge l'Università italiana? FALSO!
Nelle università italiane i ragazzi sono sottoposti ad un carico di ore di lezione triplo rispetto alla media europea e tutto questo per trovare giustificazione a corsi fatti solo per dare cattedre nell'ottica della scuola intesa come "stipendificio".
Un intervento sull'Università lo richiedono anche i numeri che sono davvero preoccupanti:
L’università italiana produce meno laureati del Cile
Non c’è un’università italiana tra le migliori 150 del mondo
Ci sono 37 corsi di laurea con 1 solo studente
327 facoltà non superano i 15 iscritti
Ci sono 5 università importanti con buchi di bilancio enormi (e sono i luoghi dove si protesta maggiormente) che avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni Si sono moltiplicate cattedre e posti per professori senza tener conto delle reali esigenze dei ragazzi, aumentando la spesa in maniera inaccettabile
94 università più 320 sedi distaccate in posti non strategici
In Italia abbiamo 5500 corsi di laurea, in Europa la metà
170.000 materie insegnate rispetto alle 90.000 della media europea
Nel 2001 i corsi di laurea erano 2444, oggi 5500
Negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato ma i promossi sono stati 26.000.
Nel 99,3% dei casi sono stati promossi senza posti disponibili facendo aumentare i costi di 300 milioni di euro


COSA DICE LA GENTE
sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
non disponibile sui temi degli articoli del post
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
non disponibile sui temi degli articoli del post


COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

“In genere il tema del precariato sembra essere appannaggio della sinistra.
In realtà io e tutto il governo abbiamo presente che è un piaga sociale gravissima, perché moltissimi ragazzi (nel campo della scuola, ma non solo) non sono in grado di organizzare la propria vita, il proprio matrimonio perché non hanno un’occupazione.
Questo è il frutto di un errore macroscopico che è stato fatto nel mondo della scuola: si è sovrastimata la capacità della scuola di creare posti di lavoro.
Oggi abbiamo una sproporzione tra il numero degli insegnanti e il fabbisogno oggettivo della scuola.
Il governo prende atto che negli ultimi dieci anni la spesa del ministero della Pubblica Istruzione è stata una spesa fuori controllo, che è aumentata del 30 per cento in dieci anni, siamo passati da 33 miliardi di euro nel ’99 a 43 miliardi nel 2008.
Con un aumento del 30 per cento senza investimenti in qualità, innovazione, in laboratori, in edilizia scolastica.
Oggi abbiamo il 97 per cento delle risorse bloccate in stipendi bassi, persino l’Ocse dice che l’Italia spende molto per pagare poco gli insegnanti. Quindi si è creato il precariato e si dà uno stipendio da fame agli insegnanti.
Bisogna voltare pagina.
In che modo?
Intanto dicendo le cose come stanno.
Io ho preferito dire anche delle verità scomode, ma non assecondare questo tentativo di rinvio della soluzione dei problemi e intanto di creazione del precariato.
Con la moratoria sulle Ssis, perché la Finanziaria 2007 aveva chiuso le graduatorie e nonostante questo le scuole di formazione per gli insegnanti della scuola secondaria funzionavano ininiterrottamente, sfornando personale che non aveva nemmeno accesso a una graduatoria, non solo non c’erano i posti di lavoro ma nemmeno la graduatoria.
Questo vale particolarmente per i ragazzi del IX ciclo.
Io ho istituito una commissione presieduta dal professor Giorgio Israel che in breve tempo darà delle risposte al problema.
Il mio intendimento è di riaprire le graduatorie fino al 2008, in modo che i ragazzi che hanno frequentato le Ssis e si sono pagati una scuola oltre i costi dell’Università, possano accedere a una graduatoria.
Poi credo che il meccanismo di formazione vada rivisto.
Possiamo avere un anno solo invece di due, in modo che la gente cominci prima a lavorare, ad avere un posto di lavoro, credo che quell’anno non vada impiegato in uno studio teorico, visto che si tratta di ragazzi laureati che hanno già fatto 5 anni di univerità, serve invece un’esperienza in classe, quindi di praticantato e al termine un concorso.
Io sento che il problema di questi ragazzi del IX ciclo rappresenta l’emblema di un modo di procedere, in cui per non dire di “no” si dice di “sì”, ma in realtà senza avere gli elementi per farlo.
Oggi noi abbiamo migliaia di precari.
Io, Sacconi, Bondi, Brunetta, stiamo pensando a quali risposte dare al precariato.
Con la Finanziaria non licenziamo nessuno, nel senso che gli insegnanti di ruolo vanno avanti a fare il proprio mestiere, il problema è che le aspettative dei precari invece rischiano di essere disattese.
Rispetto a questo nessuno ha mai immaginato un impiego nel turismo, semplicemente stiamo cercando di individuare strade alternative.
Per esempio, mentre c’è un esubero di insegnanti in materie umanistiche, c’è una mancanza di insegnanti di matematica, delle lingue.
E poi nell’ambito della cultura forse si possono trovare nuove professionalità, ma nessuno ha mai pensato di mandare gli insegnanti a fare le guide turistiche; questa è cattiva informazione che sfrutta i timori delle persone in difficoltà per attaccare il governo e creare panico.”.

ARTICOLI 5 - 5 bis - 6 - 7 - 7bis - 8 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 5:
Adozione dei libri di testo

1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si è impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento da rendere separatamente disponibili.
Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene nella scuola primaria con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, a valere per i successivi sei anni.
Il dirigente scolastico vigila affinché le delibere dei competenti organi scolastici concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.

Articolo 5-bis
Disposizioni in materia di graduatorie ad esaurimento

1. Nei termini e con le modalità fissati nel provvedimento di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento da disporre per il biennio 2009/2010, ai sensi dell'articolo 1, commi 605, lettera c), e 607, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, i docenti che hanno frequentato i corsi del IX ciclo presso le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (SSIS) o i corsi biennali abilitanti di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID), attivati nell'anno accademico 2007/2008, e hanno conseguito il titolo abilitante sono iscritti, a domanda, nelle predette graduatorie e sono collocati nella posizione spettante in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti.

2. Analogamente sono iscritti, a domanda, nelle predette graduatorie e sono collocati nella posizione spettante in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti i docenti che hanno frequentato il primo corso biennale di secondo livello finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A e di strumento musicale nella scuola media della classe di concorso 77/A e hanno conseguito la relativa abilitazione.

3. Possono inoltre chiedere l'iscrizione con riserva nelle suddette graduatorie coloro che si sono iscritti nell'anno accademico 2007/2008 al corso di laurea in scienze della formazione primaria e ai corsi quadriennali di didattica della musica; la riserva è sciolta all'atto del conseguimento dell'abilitazione relativa al corso di laurea e ai corsi quadriennali sopra indicati e la collocazione in graduatoria è disposta sulla base dei punteggi attribuiti ai titoli posseduti.

Articolo 6
Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria

1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, e successive modificazioni, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento nella scuola primaria o nella scuola dell'infanzia, a seconda dell'indirizzo prescelto.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.

Articolo 7
Modifica del comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in materia di accesso alle scuole universitarie di specializzazione in medicina e chirurgia

1. Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, è sostituito dal seguente: «433. Al concorso per l'accesso alle scuole universitarie di specializzazione in medicina e chirurgia, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia.
I laureati di cui al primo periodo, che superano il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato».

Articolo 7-bis
Provvedimenti per la sicurezza delle scuole

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, formulato ai sensi dell'articolo 80, comma 21, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, è destinato un importo non inferiore al 5 per cento delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche in cui il piano stesso è ricompreso.

2. Al fine di consentire il completo utilizzo delle risorse già assegnate a sostegno delle iniziative in materia di edilizia scolastica, le economie, comunque maturate alla data di entrata in vigore del presente decreto e rivenienti dai finanziamenti attivati ai sensi dell'articolo 11 del decreto-legge 1o luglio 1986 n. 318, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 1986, n. 488, dall'articolo 1 della legge 23 dicembre 1991, n. 430 e dall'articolo 2, comma 4, della legge 8 agosto 1996, n. 431, nonché quelle relative a finanziamenti per i quali non sono state effettuate movimentazioni a decorrere dal 1o gennaio 2006, sono revocate.
A tal fine le stazioni appaltanti provvedono a rescindere, ai sensi dell'articolo 134 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, i contratti stipulati, quantificano le economie e ne danno comunicazione alla regione territorialmente competente.

3. La revoca di cui al comma 2 è disposta con decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le regioni territorialmente competenti e le relative somme sono riassegnate, con le stesse modalità, per l'attivazione di opere di messa in sicurezza delle strutture scolastiche finalizzate alla mitigazione del rischio sismico, da realizzare in attuazione del patto per la sicurezza delle scuole sottoscritto il 20 dicembre 2007, dal ministro della pubblica istruzione e dai rappresentanti delle regioni e degli enti locali, ai sensi dell'articolo 1, comma 625, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
L'eventuale riassegnazione delle risorse a regione diversa è disposta sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni.

4. Nell'attuazione degli interventi disposti ai sensi dei commi 2 e 3 del presente articolo si applicano, in quanto compatibili, le prescrizioni di cui all'articolo 4 commi 5, 7 e 9 della legge 11 gennaio 1996 n. 23; i relativi finanziamenti possono, comunque, essere nuovamente revocati e riassegnati, con le medesime modalità, qualora i lavori programmati non siano avviati entro due anni dall'assegnazione ovvero gli enti beneficiari dichiarino l'impossibilità di eseguire le opere.

5. Il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nomina un soggetto attuatore che definisce gli interventi da effettuare per assicurare l'immediata messa in sicurezza di almeno cento edifici scolastici presenti sul territorio nazionale che presentano aspetti di particolare criticità sotto il profilo della sicurezza sismica.
Il soggetto attuatore e la localizzazione degli edifici interessati sono individuati d'intesa con la predetta Conferenza unificata.

6. Al fine di assicurare l'integrazione e l'ottimizzazione dei finanziamenti destinati alla sicurezza sismica delle scuole il soggetto attuatore, di cui al comma 5, definisce il cronoprogramma dei lavori sulla base delle risorse disponibili, d'intesa con il dipartimento della protezione civile, sentita la predetta Conferenza unificata.

7. All'attuazione dei commi da 2 a 6 si provvede con decreti del ministro dell'economia e delle finanze su proposta del ministro competente, previa verifica dell'assenza di effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica.

Articolo 8
Norme finali

1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

1-bis. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

lunedì 27 ottobre 2008

ARTICOLO 4: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sull'articolo 4 della "Riforma Gelmini" che introduce il maestro unico nelle scuole primarie al posto del cosiddetto "modulo":

COSA DICE LA SINISTRA
Walter Veltroni ha detto in televisione che il tempo pieno sarà di fatto azzerato, le donne non sapranno più dove tenere i figli mentre lavorano, nei piccolissimi centri saranno chiuse le scuole.
"con il maestro prevalente non sarà più approfondito l’inglese e diminuirà la qualità dell’insegnamento"
"diminuiscono gli insegnanti per i diversamente abili"


COSA DICE IL DECRETO
Il comma 1 dell’articolo 4 stabilisce che, nei regolamenti da adottare ai sensi dell’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 per la riorganizzazione del servizio scolastico e dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico delle scuole, si preveda che le istituzioni scolastiche costituiscono classi assegnate ad un unico insegnante e funzionanti con un orario di 24 ore settimanali.
Con la disposizione in commento, si consente, dunque, di ricostituire classi con il maestro unico, secondo il modello organizzativo tradizionale della scuola elementare vigente fino al 1990.
Accanto alla reintroduzione delle classi ad insegnante unico, la disposizione specifica che nei regolamenti si deve comunque tenere conto delle esigenze di una più ampia articolazione del tempo-scuola sulla base delle richieste delle famiglie.
La sinistra dice che nelle scuole elementari verrà abolito o diminuito il tempo pieno: è assolutamente falso ed è la stessa bugia che diceva ai tempi della riforma Moratti (perseverare autem diabolicum!!!!).
Con l’introduzione del maestro unico e l’eliminazione delle compresenze si libereranno più maestri per aumentare il tempo pieno in quanto l’eliminazione di due insegnanti per una stessa ora di lezione, ci saranno più maestri per aumentare il tempo pieno.
In questo modo già dal 2009-2010, 49.350 ragazzi in più usufruiranno del tempo pieno e in cinque anni saranno 82.950 gli alunni in più ad avere il tempo pieno.
Ma aldilà dei numeri, la scuola primaria è il primo contatto che ogni bimbo ha col mondo che lo circonda; l’apprendimento in questa prima fase d’età dipende dall’approccio che gli insegnanti stabiliscono con i piccoli.
È importante che la scuola primaria torni a dare ai bimbi quello che più gli occorre: le basi e il metodo per studiare e non una pioggia di insegnamenti svariati e slegati l’uno dall’altro.
È essenziale che la scuola torni a concedere ai piccoli scolari la possibilità di avere una signora maestra o un signor maestro, guida autorevole e al tempo stesso compagna nelle sfide di ogni giorno, che segue ogni fase dell’apprendimento e crescita della classe da vicino e con costanza, che studia metodi di insegnamento ad hoc per i suoi alunni e che integra gli insegnamenti nel modo più coerente possibile.
Una figura vicina al bambino per cinque anni, una persona in grado di meritare col tempo la fiducia e la stima della classe e dei genitori.
A chi dice che così si "demolisce" la scuola primaria italiana, quinta per qualità nelle classifiche internazionali, rispondiamo che i primi quattro sistemi scolastici hanno il maestro unico!!!

Per quanto riguarda la lingua inglese la realtà è che al maestro prevalente saranno affiancati un insegnante di inglese e uno di religione e, pertanto, lo studio delle lingue alle elementari non subisce alcuna variazione.

Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, la realtà è che gli insegnanti di sostegno sono oggi 93.000 e rimarranno 93.000 anche in futuro


COSA DICE LA GENTE

sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
favorevoli 49%
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
favorevoli 49%



COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

“Un insegnante unico, o comunque prevalente, avrà maggiore attenzione per il bambino che apprende, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica tenendo conto delle diverse attitudini, interessi e capacità individuali.
Sarà soprattutto un educatore, in grado di favorire la crescita integrale dell’alunno, aiutandolo a guardare e giudicare quel che lo circonda.
Daremo in questo modo maggiore sicurezza alle famiglie e restituiremo agli insegnanti un ruolo definito e autorevole, con responsabilità identificate e gratificanti.
Ne risulterà semplificato il rapporto con le famiglie, che considero importantissimo.
Siamo una comunità, il triangolo insegnanti, genitori e studenti va fatto funzionare armonicamente.
Il servizio che riceveranno le famiglie non diminuirà, anzi.
Accadrà esattamente il contrario: il servizio crescerà, e anche significativamente.
Saranno offerte più scelte per le famiglie.
Accanto agli attuali modelli a 27 e 30 ore settimanali, ci sarà infatti a disposizione quello a 24 ore, oltre ovviamente al tempo pieno, sul quale va fatto un discorso a parte.
L’inglese, l’informatica, tutte le migliori esperienze saranno confermate.
Sarà garantito quello standard che aveva consentito alla nostra scuola elementare di essere già, ben prima dell’introduzione del modulo nel 1990, ai vertici delle classifiche internazionali
Con questa norma durante il ciclo di scuola primaria nessun alunno si troverà più di fronte sette, otto, addirittura nove insegnanti diversi, come troppo spesso è accaduto, con un danno evidente per le famiglie e per la crescita degli alunni, come recenti analisi - mi riferisco a quella della Banca d’Italia - hanno ampiamente dimostrato”.

ARTICOLO 4 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 4:
Insegnante unico nella scuola primaria

1. Nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti previsti dal comma 4 del medesimo articolo 64 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.

2. Con apposita sequenza contrattuale è definito il trattamento economico dovuto all'insegnante unico della scuola primaria, per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.

2-bis. Per la realizzazione delle finalità previste dal presente articolo, il ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ferme restando le attribuzioni del comitato di cui all'articolo 64, comma 7, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, provvede alla verifica degli specifici effetti finanziari determinati dall'applicazione del comma 1 del presente articolo, a decorrere dal 1o settembre 2009. A seguito della predetta verifica per le finalità di cui alla sequenza contrattuale prevista dal comma 2 del presente articolo, si provvede, per l'anno 2009, ove occorra e in via transitoria, a valere sulle risorse del fondo d'istituto delle istituzioni scolastiche da reintegrare con quota parte delle risorse rese disponibili ai sensi del comma 9 dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei limiti dei risparmi di spesa conseguenti all'applicazione del comma 1, resi disponibili per le finalità di cui al comma 2 del presente articolo e in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

2-ter.
La disciplina prevista dai presente articolo entra in vigore a partire dall'anno scolastico 2009/2010, relativamente alle prime classi del ciclo scolastico.

INTERVISTA AL MINISTRO GELMINI SU "IL CORRIERE":

"IL RIFORMISMO E LE PROPOSTE DELLA SINISTRA? "NON TOCCATE LA SCUOLA""

Di seguito riporto integralmente una intervista al Ministro Gelmini apparsa oggi sul sito de "Il Corriere"

Ieri Veltroni ha chiesto il ritiro del suo decreto e la relativa modifica della Finanziaria. È possibile?
«Scusi, ma non ne capisco la ragione. La manovra economica è legge da giugno, il Pd è fuori tempo massimo. Quanto al decreto, ha ottenuto già l'approvazione della Camera ed è stato ampiamente discusso al Senato: sarà votato mercoledì. Ma certo, su come proseguire nell'opera di riforma della scuola italiana, le mie porte sono spalancate ».

Però, voi avete posto la fiducia e non c'è stato dibattito parlamentare. Dove si doveva discutere?
«Sono cinque mesi che si discute di scuola e il Pd non ha fatto una proposta che fosse una. L'unica idea è quella di non cambiare nulla: "Non toccate la scuola, giù le mani dall'università". Questo sarebbe riformismo? A me, sembrano pietrificati».

L'opposizione sulla scuola appare più diffusa che non su altri temi. È perché mette in discussione anche parecchi posti di lavoro?
«La sinistra ha perso totalmente il rapporto con chi lavora e ora lo sta perdendo anche con gli studenti. Bisogna dirlo con chiarezza: il disastro dell'istruzione in Italia è figlio delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la competitività. Per decenni scuola e università sono state usate come distributori di posti di lavoro, di clientele e magari di illusioni».

Illusioni?
«Sì, certo. L'illusione di posti di lavoro che non esistono. L'illusione che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo indipendente dalla situazione economica e dal debito pubblico. La sinistra per i suoi interessi politici inganna le persone, ha creato il precariato proprio diffondendo illusioni».

Non esagera? In Italia non c'è stata soltanto la sinistra.
«Quando Veltroni è diventato leader del Pd, ci ho creduto anche io: ho sperato che questo Paese potesse cambiare veramente con un progetto bipartisan. Che potesse essere riformato, abbandonando le vecchie posizioni ideologiche e sindacali responsabili del declino dell'Italia. Speravo che Veltroni si ispirasse alla lezione di Tony Blair. Purtroppo, oggi parla come un rappresentante dei Cobas».

Addirittura?
«Ma sì, via... Si è schiacciato sulle posizioni più conservatrici su ogni argomento. Guardi, le dirò qualcosa che non si attende: il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama in America ».

Cosa le piace di Obama?
«Sta proponendo per la scuola americana provvedimenti simili ai nostri, penso soprattutto agli incentivi al merito per gli insegnanti. E anche lui vuole razionalizzare le scuole sul territorio per destinare i risparmi alla qualità dell'istruzione. E poi, la possibilità per tutti, anche per chi non si può permettere le università costose, di aver una istruzione di qualità. Questo è un vero, coraggioso riformatore: non certo il leader del Pd».

Molti giovani scendono in piazza, però...
«Gli studenti in Italia sono 9 milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di slogan vecchi e di professori militanti».

Sarà, ma le manifestazioni sono lì da vedere. O no?
«Funziona così: a Firenze occupano una stanza in venti e nei tg si dice che l'università è occupata. Oppure, a Milano, succede che in duecento escano dai centri sociali e vadano a scorrazzare nei cortili della Statale. Visto che nessuno dà loro retta, bloccano la stazione Cadorna. I tg dicono: scontri tra studenti e polizia. Ma di studenti non ce ne erano».

Guardi che è impervio cercar di dimostrare che non ci siano manifestazioni studentesche. Non partecipano persino parecchi giovani di destra?
«No, guardi: i giovani della destra continuano la loro decennale battaglia contro i baroni e i professori ideologizzati, non certo contro il decreto».

Che ne pensa di far intervenire le forze dell'ordine nelle scuole e nelle università?
«Penso che non si porrà il problema, anche perché in tutta Italia mi pare che i ragazzi si rifiutino di occupare. Il 30 ottobre, certo, ci sarà lo sciopero, il solito vecchio rito di chi difende l'indifendibile. Ma dopo, credo che si potrà riprendere a confrontarsi con le riforme. Ovviamente, con chi fa proposte».

Resta il fatto che i tagli ci saranno. È così sicura che non si tradurranno in un impoverimento della didattica?
«I primi a vivere il disagio della scuola esistente sono proprio i professori, pagati con stipendi da fame e proletarizzati da sinistra e sindacato. E poi, il 30% dei risparmi realizzati, 2 miliardi di euro, sarà utilizzato per pagare meglio i professori sulla base del merito».

C'è chi dice: va bene tagliare le spese improduttive. Ma i risparmi devono essere interamente spesi sulla scuola. Non è una posizione sensata?
«Me lo lasci dire: bisognava anche riportare tutti alla realtà. Dire che la gestione allegra del denaro pubblico è finita. E dunque, prima si eliminano gli sprechi. Poi, ma soltanto dopo, si potrà reinvestire in qualità. Questo per quanto riguarda la scuola. Per l'università il 2009 non prevede particolari tagli. Qualche problema potrà esserci dal 2010 ma abbiamo tempo sufficiente per discuterne con chi vuol farlo seriamente».

Sulle classi ponte per gli immigrati restano margini di ambiguità. Che cosa saranno?
«L'ambiguità è di chi ha tentato come al solito di buttarla sul razzismo. Qualunque genitore che ha un figlio alle elementari conosce il problema rappresentato da chi in classe non sa l'italiano. Un problema didattico, che come tale va risolto: non faremo classi separate, le classi ponte saranno corsi magari pomeridiani di italiano per consentire a chi non lo è di imparare la lingua il più rapidamente possibile».

domenica 26 ottobre 2008

ARTICOLO 3: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sull'articolo 3 della "Riforma Gelmini" che introduce il voto decimale al posto del giudizio:

COSA DICE LA SINISTRA
"Un'insufficienza e si sarà bocciati"
"Con il ritorno al voto in decimi si fa più concreto il rischio di ripetere l'anno"



COSA DICE IL DECRETO
L'articolo 3 introduce alcune innovazioni in relazione alle modalità di valutazione del rendimento degli studenti nelle scuole del primo ciclo di istruzione.
In particolare si stabilisce che a partire dal 2008-2009 nella scuola primaria la valutazione periodica e quella annuale è espressa in decimi ed è illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione dell'alunno.
Nella scuola secondaria di primo grado la valutazione epriodica ed annuale viene espressa in decimi.
Rispetto alla disciplina vigente, quindi, nella sucola primaria il giudizio analitico è accompagnato dalla valutazione numerica mentre nelle scuole secondarie di primo grado il giudizio numerico sostituisce del tutto quello analitico.
Nessun pericolo bocciatura per i bambini delle elementari e delle medie con una sola insufficienza.
Nella scuola primaria si arriverà alla bocciatura “solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione, con decisione assunta all’unanimità dai docenti”, mentre alla secondaria di primo grado dovrà essere d’accordo la maggioranza dei professori.


COSA DICE LA GENTE

sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
non disponibile sui temi dell'articolo 3
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
non disponibile
sui temi dell'articolo 3


COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

"La reintroduzione del voti in decimi vuole contribuire a ridare chiarezza alla scuola. Ho constatato che negli ultimi anni il giudizio era diventato sempre più fumoso, meno comprensibile, una specie di giro di parole per non dire con chiarezza il livello di conoscenza, di profitto raggiunto dal singolo studente.
Secondo me il ritorno ai voti è un elemento di chiarezza, un 5 è un 5, un 7 è un 7".

ARTICOLO 3 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 3
Valutazione del rendimento scolastico degli studenti

1. Dall’anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono effettuate mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi e illustrate con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno.

1-bis. Nella scuola primaria i docenti, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.

2. Dall’anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite nonché la valutazione dell’esame finale del ciclo sono effettuate mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi.

3. Nella scuola secondaria di primo grado sono ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.

3-bis. Il comma 4 dell’articolo 185 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sostituito dal seguente: «4. L’esito dell’esame conclusivo del primo ciclo espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall’alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi».

4. Il comma 3 dell’articolo 13 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, abrogato.

5. Con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti, tenendo conto anche dei disturbi specifici di apprendimento e della disabilità degli alunni, e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.

venerdì 24 ottobre 2008

C'E' CHI DICE NO!

Ho ricevuto il testo di un comunicato a firma Diesse, Foe, DiSAL e Associazione Culturale “Il rischio educativo” che pubblico volentieri.

In un momento in cui nelle scuole si sparla, si strumentalizza, si racconta ogni sorta di menzogna, il coraggio di un ragionamento concreto, serio, responsabile e ragionevole merita la massima attenzione e la diffusione.

Ecco il testo del comunicato:
___________________________________________________

Sciopero del 30 ottobre: ragioni per non aderire, ragioni per costruire

1. Il sistema scolastico italiano ha, da tempo, urgente bisogno di essere riformato: siamo ai primi posti, tra i Paesi dell’Ocse, come spesa per l’istruzione ma ciò non incide sulla qualità. Il numero di ore di lezione degli alunni supera del 20% la media dei paesi Ocse, ma ai primi posti per la qualità dell’apprendimento vi sono Paesi dove si sta a scuola molto meno. Per questo chiediamo anche all’attuale Governo, come sempre abbiamo fatto, di abbandonare una politica centralistica, perseguita con l’accanimento delle normative, che pretendono di determinare ogni singolo aspetto della vita scolastica.

2. Per rispondere alla emergenza educativa è indispensabile tenere conto della domanda di istruzione e di educazione che proviene dai giovani di oggi, e completare il percorso verso un assetto pienamente libero e pluralistico. Per questo è prioritario dare attuazione all’autonomia costituzionale prevista per le scuole, assicurando alle stesse veri organi di governo e risorse dirette. Gli altri cambiamenti verranno come diretta conseguenza: drastica riduzione di norme; livelli essenziali di apprendimento; carriere per i professionisti della scuola con effettivo riconoscimento del merito e delle prestazioni; dirigenza scolastica messa in grado di rispondere dei risultati; moderno sistema di valutazione che aiuti le scuole a migliorare.

3. Una prospettiva di così ampio respiro necessita di tempi lunghi e non può essere assicurata da una singola fase di revisione degli ordinamenti o della normativa in uso. Occorre piuttosto un impegno costante per il bene comune da parte di tutte le forze sociali e politiche autenticamente riformiste. Per questo è necessario che anche i sindacati, anziché condurre battaglie di retroguardia dannose per tutti, tornino ad impegnarsi per il bene comune. Gli slogan lanciati in questi giorni e irresponsabilmente depositati sulle bocche degli studenti spinti in piazza a manifestare contro chi oggi è chiamato a governare, appaiono invece strumentali e ridicoli, tanto più perché gridati in difesa di una scuola italiana di cui tutti, in questi anni, si sono lamentati.

4. Le misure prese dall’attuale Governo in realtà, non si scostano, nei principi ed in molte proposte, da quelle suggerite dal Quaderno Bianco dei ministri Padoa-Schioppa e Fioroni, nella prospettiva del vincolo di pareggio entro il 2011 richiesto all’Italia dall’Unione europea. La razionalizzazione di spesa all’interno di un sistema tanto elefantiaco quanto improduttivo è urgente e indispensabile. I provvedimenti approvati a favore di interventi per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti ne costituiscono un primo significativo segnale.

5. Non aderiamo allo sciopero del 30 ottobre perché non ne condividiamo le motivazioni. Non possiamo accettare le posizioni corporative di un certo sindacalismo che, guidato in particolare dalla CGIL, continua ad opporsi, per ragioni di mero potere, a qualsiasi serio tentativo di cambiamento del sistema di istruzione nazionale. L’istruzione è un bene di tutti: per questo è indispensabile che ogni seria riforma si costruisca attraverso il dialogo con le componenti reali della scuola che si esprimono anche nelle loro forme associative.

Associazione Culturale “Il Rischio Educativo”
DIESSE (Didattica e Innovazione Scolastica)
DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere)
FOE (Federazione Opere Educative)
_____________________________________________