mercoledì 29 ottobre 2008

IL DECRETO GELMINI E' LEGGE


Questa mattina il Senato della Repubblica ha approvato il "decreto Gelimini" che, pertanto, è stato convertito in legge.

Esito della votazione:
162 voti favorevoli
134 voti contrari
3 astenuti

STUDENTI CHE DICONO "NO": LIBERI DI MANIFESTARE, LIBERI DI STUDIARE

Ecco un altro esempio significativo di chi, stanco degli slogan, stanco delle pseudo-occupazioni, vuole che l'Universtità torni ad essere prima di tutto un posto dove studiare.
Se condividi il testo della petizione e vuoi dare il tuo sostegno a quella maggioranda di studenti che, pur rispettando chi non condivide la riforma, pretende rispetto verso chi ha voglia di studiare, firma il testo della petizione cliccando qui
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LIBERI DI MANIFESTARE, LIBERI DI STUDIARE
liberi di contribuire a costruire un'università migliore


L'università italiana è malata.
Egemonizzata da privilegi baronali, minata dal proliferare degli sprechi e da un utilizzo scellerato delle risorse, squalificata da una corsa al ribasso nell'offerta formativa, sempre più lontana dalla vita reale e dal mondo del lavoro.
L'università è malata anche di "iperpoliticità".
Non nel senso più alto e nobile dell'impegno politico, ma nel solco di una deriva ideologica che, a partire dal Sessantotto, ha bruciato tante generazioni e causato i guasti con i quali oggi siamo chiamati a confrontarci.
L'università italiana deve cambiare.
Noi vogliamo un'università che funzioni; che disponga di adeguate risorse, ma soprattutto che sappia impiegarle razionalmente, evitando gli sperperi e interpretando la propria missione al servizio degli studenti e del futuro del Paese.
E' inutile reclamare risorse e lamentare tagli nei finanziamenti se non si è capaci di spendere bene il denaro di cui si dispone.
Noi rispettiamo coloro che stanno protestando e manifestando il proprio dissenso, quando ciò avviene nell'ambito della legge.
Tuttavia, temiamo che le manifestazioni di protesta diventino, nei fatti, manifestazioni di sostegno nei confronti di chi ha interesse a mantenere lo status quo.
E ci sembra quantomeno irrazionale manifestare contro provvedimenti che ancora non esistono, e dunque non possono essere conosciuti.
Pretendiamo la stessa dignità e lo stesso rispetto per chi, come noi, giudica indispensabile un'azione riformatrice, valuta positivamente i provvedimenti fin qui adottati dal ministro Gelmini sulla scuola e intende dare un contributo costruttivo.
E pretendiamo dignità e rispetto per chi decide di costruire il proprio futuro continuando a seguire le lezioni e a svolgere regolarmente gli esami.
Si tratta di una larga maggioranza silenziosa, e non permetteremo che i suoi diritti vengano calpestati.
Liberi di manifestare, ma liberi anche di studiare e di contribuire a costruire una scuola e un'università migliori.

Petizione promossa da "Forza Italia Giovani" e dal quotidiano "Libero"
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martedì 28 ottobre 2008

ARTICOLI 5 - 5bis - 6 - 7 - 7bis - 8: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sugli articoli 5 - 5bis - 6 - 7 - 7bis - 8 della "Riforma Gelmini"


COSA DICE LA SINISTRA
"Verranno licenziati 87.000 insegnanti"
"Chiuderanno le scuole di montagna"
"Si distrugge l'Università"


COSA DICE IL DECRETO
Verranno licenziati 87.000 insegnanti? FALSO!
Non ci sarà nessun licenziamento: si andrà a razionalizzare il numero degli insegnanti rispetto al fabbisogno, non assumendone ulteriori.
In Italia c’è un docente ogni 9 alunni mentre in Europa c'è un dovente ogni 13.
In Italia nella scuola ci sono 1 milione e 350.000 dipendenti!!!

Chiuderanno le scuole di montagna? FALSO!
Nessuna scuola sarà chiusa.
Sarà invece unificato il personale amministrativo con un unico preside e un unico segretario per due scuole vicine (come previsto precedentemente dal governo di centrosinistra)

Si distrugge l'Università italiana? FALSO!
Nelle università italiane i ragazzi sono sottoposti ad un carico di ore di lezione triplo rispetto alla media europea e tutto questo per trovare giustificazione a corsi fatti solo per dare cattedre nell'ottica della scuola intesa come "stipendificio".
Un intervento sull'Università lo richiedono anche i numeri che sono davvero preoccupanti:
L’università italiana produce meno laureati del Cile
Non c’è un’università italiana tra le migliori 150 del mondo
Ci sono 37 corsi di laurea con 1 solo studente
327 facoltà non superano i 15 iscritti
Ci sono 5 università importanti con buchi di bilancio enormi (e sono i luoghi dove si protesta maggiormente) che avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni Si sono moltiplicate cattedre e posti per professori senza tener conto delle reali esigenze dei ragazzi, aumentando la spesa in maniera inaccettabile
94 università più 320 sedi distaccate in posti non strategici
In Italia abbiamo 5500 corsi di laurea, in Europa la metà
170.000 materie insegnate rispetto alle 90.000 della media europea
Nel 2001 i corsi di laurea erano 2444, oggi 5500
Negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato ma i promossi sono stati 26.000.
Nel 99,3% dei casi sono stati promossi senza posti disponibili facendo aumentare i costi di 300 milioni di euro


COSA DICE LA GENTE
sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
non disponibile sui temi degli articoli del post
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
non disponibile sui temi degli articoli del post


COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

“In genere il tema del precariato sembra essere appannaggio della sinistra.
In realtà io e tutto il governo abbiamo presente che è un piaga sociale gravissima, perché moltissimi ragazzi (nel campo della scuola, ma non solo) non sono in grado di organizzare la propria vita, il proprio matrimonio perché non hanno un’occupazione.
Questo è il frutto di un errore macroscopico che è stato fatto nel mondo della scuola: si è sovrastimata la capacità della scuola di creare posti di lavoro.
Oggi abbiamo una sproporzione tra il numero degli insegnanti e il fabbisogno oggettivo della scuola.
Il governo prende atto che negli ultimi dieci anni la spesa del ministero della Pubblica Istruzione è stata una spesa fuori controllo, che è aumentata del 30 per cento in dieci anni, siamo passati da 33 miliardi di euro nel ’99 a 43 miliardi nel 2008.
Con un aumento del 30 per cento senza investimenti in qualità, innovazione, in laboratori, in edilizia scolastica.
Oggi abbiamo il 97 per cento delle risorse bloccate in stipendi bassi, persino l’Ocse dice che l’Italia spende molto per pagare poco gli insegnanti. Quindi si è creato il precariato e si dà uno stipendio da fame agli insegnanti.
Bisogna voltare pagina.
In che modo?
Intanto dicendo le cose come stanno.
Io ho preferito dire anche delle verità scomode, ma non assecondare questo tentativo di rinvio della soluzione dei problemi e intanto di creazione del precariato.
Con la moratoria sulle Ssis, perché la Finanziaria 2007 aveva chiuso le graduatorie e nonostante questo le scuole di formazione per gli insegnanti della scuola secondaria funzionavano ininiterrottamente, sfornando personale che non aveva nemmeno accesso a una graduatoria, non solo non c’erano i posti di lavoro ma nemmeno la graduatoria.
Questo vale particolarmente per i ragazzi del IX ciclo.
Io ho istituito una commissione presieduta dal professor Giorgio Israel che in breve tempo darà delle risposte al problema.
Il mio intendimento è di riaprire le graduatorie fino al 2008, in modo che i ragazzi che hanno frequentato le Ssis e si sono pagati una scuola oltre i costi dell’Università, possano accedere a una graduatoria.
Poi credo che il meccanismo di formazione vada rivisto.
Possiamo avere un anno solo invece di due, in modo che la gente cominci prima a lavorare, ad avere un posto di lavoro, credo che quell’anno non vada impiegato in uno studio teorico, visto che si tratta di ragazzi laureati che hanno già fatto 5 anni di univerità, serve invece un’esperienza in classe, quindi di praticantato e al termine un concorso.
Io sento che il problema di questi ragazzi del IX ciclo rappresenta l’emblema di un modo di procedere, in cui per non dire di “no” si dice di “sì”, ma in realtà senza avere gli elementi per farlo.
Oggi noi abbiamo migliaia di precari.
Io, Sacconi, Bondi, Brunetta, stiamo pensando a quali risposte dare al precariato.
Con la Finanziaria non licenziamo nessuno, nel senso che gli insegnanti di ruolo vanno avanti a fare il proprio mestiere, il problema è che le aspettative dei precari invece rischiano di essere disattese.
Rispetto a questo nessuno ha mai immaginato un impiego nel turismo, semplicemente stiamo cercando di individuare strade alternative.
Per esempio, mentre c’è un esubero di insegnanti in materie umanistiche, c’è una mancanza di insegnanti di matematica, delle lingue.
E poi nell’ambito della cultura forse si possono trovare nuove professionalità, ma nessuno ha mai pensato di mandare gli insegnanti a fare le guide turistiche; questa è cattiva informazione che sfrutta i timori delle persone in difficoltà per attaccare il governo e creare panico.”.

ARTICOLI 5 - 5 bis - 6 - 7 - 7bis - 8 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 5:
Adozione dei libri di testo

1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si è impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento da rendere separatamente disponibili.
Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene nella scuola primaria con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, a valere per i successivi sei anni.
Il dirigente scolastico vigila affinché le delibere dei competenti organi scolastici concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.

Articolo 5-bis
Disposizioni in materia di graduatorie ad esaurimento

1. Nei termini e con le modalità fissati nel provvedimento di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento da disporre per il biennio 2009/2010, ai sensi dell'articolo 1, commi 605, lettera c), e 607, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, i docenti che hanno frequentato i corsi del IX ciclo presso le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (SSIS) o i corsi biennali abilitanti di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID), attivati nell'anno accademico 2007/2008, e hanno conseguito il titolo abilitante sono iscritti, a domanda, nelle predette graduatorie e sono collocati nella posizione spettante in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti.

2. Analogamente sono iscritti, a domanda, nelle predette graduatorie e sono collocati nella posizione spettante in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti i docenti che hanno frequentato il primo corso biennale di secondo livello finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A e di strumento musicale nella scuola media della classe di concorso 77/A e hanno conseguito la relativa abilitazione.

3. Possono inoltre chiedere l'iscrizione con riserva nelle suddette graduatorie coloro che si sono iscritti nell'anno accademico 2007/2008 al corso di laurea in scienze della formazione primaria e ai corsi quadriennali di didattica della musica; la riserva è sciolta all'atto del conseguimento dell'abilitazione relativa al corso di laurea e ai corsi quadriennali sopra indicati e la collocazione in graduatoria è disposta sulla base dei punteggi attribuiti ai titoli posseduti.

Articolo 6
Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria

1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, e successive modificazioni, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento nella scuola primaria o nella scuola dell'infanzia, a seconda dell'indirizzo prescelto.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.

Articolo 7
Modifica del comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in materia di accesso alle scuole universitarie di specializzazione in medicina e chirurgia

1. Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, è sostituito dal seguente: «433. Al concorso per l'accesso alle scuole universitarie di specializzazione in medicina e chirurgia, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia.
I laureati di cui al primo periodo, che superano il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato».

Articolo 7-bis
Provvedimenti per la sicurezza delle scuole

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, formulato ai sensi dell'articolo 80, comma 21, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, è destinato un importo non inferiore al 5 per cento delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche in cui il piano stesso è ricompreso.

2. Al fine di consentire il completo utilizzo delle risorse già assegnate a sostegno delle iniziative in materia di edilizia scolastica, le economie, comunque maturate alla data di entrata in vigore del presente decreto e rivenienti dai finanziamenti attivati ai sensi dell'articolo 11 del decreto-legge 1o luglio 1986 n. 318, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 1986, n. 488, dall'articolo 1 della legge 23 dicembre 1991, n. 430 e dall'articolo 2, comma 4, della legge 8 agosto 1996, n. 431, nonché quelle relative a finanziamenti per i quali non sono state effettuate movimentazioni a decorrere dal 1o gennaio 2006, sono revocate.
A tal fine le stazioni appaltanti provvedono a rescindere, ai sensi dell'articolo 134 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, i contratti stipulati, quantificano le economie e ne danno comunicazione alla regione territorialmente competente.

3. La revoca di cui al comma 2 è disposta con decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le regioni territorialmente competenti e le relative somme sono riassegnate, con le stesse modalità, per l'attivazione di opere di messa in sicurezza delle strutture scolastiche finalizzate alla mitigazione del rischio sismico, da realizzare in attuazione del patto per la sicurezza delle scuole sottoscritto il 20 dicembre 2007, dal ministro della pubblica istruzione e dai rappresentanti delle regioni e degli enti locali, ai sensi dell'articolo 1, comma 625, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
L'eventuale riassegnazione delle risorse a regione diversa è disposta sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni.

4. Nell'attuazione degli interventi disposti ai sensi dei commi 2 e 3 del presente articolo si applicano, in quanto compatibili, le prescrizioni di cui all'articolo 4 commi 5, 7 e 9 della legge 11 gennaio 1996 n. 23; i relativi finanziamenti possono, comunque, essere nuovamente revocati e riassegnati, con le medesime modalità, qualora i lavori programmati non siano avviati entro due anni dall'assegnazione ovvero gli enti beneficiari dichiarino l'impossibilità di eseguire le opere.

5. Il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nomina un soggetto attuatore che definisce gli interventi da effettuare per assicurare l'immediata messa in sicurezza di almeno cento edifici scolastici presenti sul territorio nazionale che presentano aspetti di particolare criticità sotto il profilo della sicurezza sismica.
Il soggetto attuatore e la localizzazione degli edifici interessati sono individuati d'intesa con la predetta Conferenza unificata.

6. Al fine di assicurare l'integrazione e l'ottimizzazione dei finanziamenti destinati alla sicurezza sismica delle scuole il soggetto attuatore, di cui al comma 5, definisce il cronoprogramma dei lavori sulla base delle risorse disponibili, d'intesa con il dipartimento della protezione civile, sentita la predetta Conferenza unificata.

7. All'attuazione dei commi da 2 a 6 si provvede con decreti del ministro dell'economia e delle finanze su proposta del ministro competente, previa verifica dell'assenza di effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica.

Articolo 8
Norme finali

1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

1-bis. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

lunedì 27 ottobre 2008

ARTICOLO 4: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sull'articolo 4 della "Riforma Gelmini" che introduce il maestro unico nelle scuole primarie al posto del cosiddetto "modulo":

COSA DICE LA SINISTRA
Walter Veltroni ha detto in televisione che il tempo pieno sarà di fatto azzerato, le donne non sapranno più dove tenere i figli mentre lavorano, nei piccolissimi centri saranno chiuse le scuole.
"con il maestro prevalente non sarà più approfondito l’inglese e diminuirà la qualità dell’insegnamento"
"diminuiscono gli insegnanti per i diversamente abili"


COSA DICE IL DECRETO
Il comma 1 dell’articolo 4 stabilisce che, nei regolamenti da adottare ai sensi dell’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 per la riorganizzazione del servizio scolastico e dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico delle scuole, si preveda che le istituzioni scolastiche costituiscono classi assegnate ad un unico insegnante e funzionanti con un orario di 24 ore settimanali.
Con la disposizione in commento, si consente, dunque, di ricostituire classi con il maestro unico, secondo il modello organizzativo tradizionale della scuola elementare vigente fino al 1990.
Accanto alla reintroduzione delle classi ad insegnante unico, la disposizione specifica che nei regolamenti si deve comunque tenere conto delle esigenze di una più ampia articolazione del tempo-scuola sulla base delle richieste delle famiglie.
La sinistra dice che nelle scuole elementari verrà abolito o diminuito il tempo pieno: è assolutamente falso ed è la stessa bugia che diceva ai tempi della riforma Moratti (perseverare autem diabolicum!!!!).
Con l’introduzione del maestro unico e l’eliminazione delle compresenze si libereranno più maestri per aumentare il tempo pieno in quanto l’eliminazione di due insegnanti per una stessa ora di lezione, ci saranno più maestri per aumentare il tempo pieno.
In questo modo già dal 2009-2010, 49.350 ragazzi in più usufruiranno del tempo pieno e in cinque anni saranno 82.950 gli alunni in più ad avere il tempo pieno.
Ma aldilà dei numeri, la scuola primaria è il primo contatto che ogni bimbo ha col mondo che lo circonda; l’apprendimento in questa prima fase d’età dipende dall’approccio che gli insegnanti stabiliscono con i piccoli.
È importante che la scuola primaria torni a dare ai bimbi quello che più gli occorre: le basi e il metodo per studiare e non una pioggia di insegnamenti svariati e slegati l’uno dall’altro.
È essenziale che la scuola torni a concedere ai piccoli scolari la possibilità di avere una signora maestra o un signor maestro, guida autorevole e al tempo stesso compagna nelle sfide di ogni giorno, che segue ogni fase dell’apprendimento e crescita della classe da vicino e con costanza, che studia metodi di insegnamento ad hoc per i suoi alunni e che integra gli insegnamenti nel modo più coerente possibile.
Una figura vicina al bambino per cinque anni, una persona in grado di meritare col tempo la fiducia e la stima della classe e dei genitori.
A chi dice che così si "demolisce" la scuola primaria italiana, quinta per qualità nelle classifiche internazionali, rispondiamo che i primi quattro sistemi scolastici hanno il maestro unico!!!

Per quanto riguarda la lingua inglese la realtà è che al maestro prevalente saranno affiancati un insegnante di inglese e uno di religione e, pertanto, lo studio delle lingue alle elementari non subisce alcuna variazione.

Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, la realtà è che gli insegnanti di sostegno sono oggi 93.000 e rimarranno 93.000 anche in futuro


COSA DICE LA GENTE

sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
favorevoli 49%
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
favorevoli 49%



COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

“Un insegnante unico, o comunque prevalente, avrà maggiore attenzione per il bambino che apprende, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica tenendo conto delle diverse attitudini, interessi e capacità individuali.
Sarà soprattutto un educatore, in grado di favorire la crescita integrale dell’alunno, aiutandolo a guardare e giudicare quel che lo circonda.
Daremo in questo modo maggiore sicurezza alle famiglie e restituiremo agli insegnanti un ruolo definito e autorevole, con responsabilità identificate e gratificanti.
Ne risulterà semplificato il rapporto con le famiglie, che considero importantissimo.
Siamo una comunità, il triangolo insegnanti, genitori e studenti va fatto funzionare armonicamente.
Il servizio che riceveranno le famiglie non diminuirà, anzi.
Accadrà esattamente il contrario: il servizio crescerà, e anche significativamente.
Saranno offerte più scelte per le famiglie.
Accanto agli attuali modelli a 27 e 30 ore settimanali, ci sarà infatti a disposizione quello a 24 ore, oltre ovviamente al tempo pieno, sul quale va fatto un discorso a parte.
L’inglese, l’informatica, tutte le migliori esperienze saranno confermate.
Sarà garantito quello standard che aveva consentito alla nostra scuola elementare di essere già, ben prima dell’introduzione del modulo nel 1990, ai vertici delle classifiche internazionali
Con questa norma durante il ciclo di scuola primaria nessun alunno si troverà più di fronte sette, otto, addirittura nove insegnanti diversi, come troppo spesso è accaduto, con un danno evidente per le famiglie e per la crescita degli alunni, come recenti analisi - mi riferisco a quella della Banca d’Italia - hanno ampiamente dimostrato”.

ARTICOLO 4 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 4:
Insegnante unico nella scuola primaria

1. Nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti previsti dal comma 4 del medesimo articolo 64 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.

2. Con apposita sequenza contrattuale è definito il trattamento economico dovuto all'insegnante unico della scuola primaria, per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.

2-bis. Per la realizzazione delle finalità previste dal presente articolo, il ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ferme restando le attribuzioni del comitato di cui all'articolo 64, comma 7, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, provvede alla verifica degli specifici effetti finanziari determinati dall'applicazione del comma 1 del presente articolo, a decorrere dal 1o settembre 2009. A seguito della predetta verifica per le finalità di cui alla sequenza contrattuale prevista dal comma 2 del presente articolo, si provvede, per l'anno 2009, ove occorra e in via transitoria, a valere sulle risorse del fondo d'istituto delle istituzioni scolastiche da reintegrare con quota parte delle risorse rese disponibili ai sensi del comma 9 dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei limiti dei risparmi di spesa conseguenti all'applicazione del comma 1, resi disponibili per le finalità di cui al comma 2 del presente articolo e in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

2-ter.
La disciplina prevista dai presente articolo entra in vigore a partire dall'anno scolastico 2009/2010, relativamente alle prime classi del ciclo scolastico.

INTERVISTA AL MINISTRO GELMINI SU "IL CORRIERE":

"IL RIFORMISMO E LE PROPOSTE DELLA SINISTRA? "NON TOCCATE LA SCUOLA""

Di seguito riporto integralmente una intervista al Ministro Gelmini apparsa oggi sul sito de "Il Corriere"

Ieri Veltroni ha chiesto il ritiro del suo decreto e la relativa modifica della Finanziaria. È possibile?
«Scusi, ma non ne capisco la ragione. La manovra economica è legge da giugno, il Pd è fuori tempo massimo. Quanto al decreto, ha ottenuto già l'approvazione della Camera ed è stato ampiamente discusso al Senato: sarà votato mercoledì. Ma certo, su come proseguire nell'opera di riforma della scuola italiana, le mie porte sono spalancate ».

Però, voi avete posto la fiducia e non c'è stato dibattito parlamentare. Dove si doveva discutere?
«Sono cinque mesi che si discute di scuola e il Pd non ha fatto una proposta che fosse una. L'unica idea è quella di non cambiare nulla: "Non toccate la scuola, giù le mani dall'università". Questo sarebbe riformismo? A me, sembrano pietrificati».

L'opposizione sulla scuola appare più diffusa che non su altri temi. È perché mette in discussione anche parecchi posti di lavoro?
«La sinistra ha perso totalmente il rapporto con chi lavora e ora lo sta perdendo anche con gli studenti. Bisogna dirlo con chiarezza: il disastro dell'istruzione in Italia è figlio delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la competitività. Per decenni scuola e università sono state usate come distributori di posti di lavoro, di clientele e magari di illusioni».

Illusioni?
«Sì, certo. L'illusione di posti di lavoro che non esistono. L'illusione che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo indipendente dalla situazione economica e dal debito pubblico. La sinistra per i suoi interessi politici inganna le persone, ha creato il precariato proprio diffondendo illusioni».

Non esagera? In Italia non c'è stata soltanto la sinistra.
«Quando Veltroni è diventato leader del Pd, ci ho creduto anche io: ho sperato che questo Paese potesse cambiare veramente con un progetto bipartisan. Che potesse essere riformato, abbandonando le vecchie posizioni ideologiche e sindacali responsabili del declino dell'Italia. Speravo che Veltroni si ispirasse alla lezione di Tony Blair. Purtroppo, oggi parla come un rappresentante dei Cobas».

Addirittura?
«Ma sì, via... Si è schiacciato sulle posizioni più conservatrici su ogni argomento. Guardi, le dirò qualcosa che non si attende: il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama in America ».

Cosa le piace di Obama?
«Sta proponendo per la scuola americana provvedimenti simili ai nostri, penso soprattutto agli incentivi al merito per gli insegnanti. E anche lui vuole razionalizzare le scuole sul territorio per destinare i risparmi alla qualità dell'istruzione. E poi, la possibilità per tutti, anche per chi non si può permettere le università costose, di aver una istruzione di qualità. Questo è un vero, coraggioso riformatore: non certo il leader del Pd».

Molti giovani scendono in piazza, però...
«Gli studenti in Italia sono 9 milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di slogan vecchi e di professori militanti».

Sarà, ma le manifestazioni sono lì da vedere. O no?
«Funziona così: a Firenze occupano una stanza in venti e nei tg si dice che l'università è occupata. Oppure, a Milano, succede che in duecento escano dai centri sociali e vadano a scorrazzare nei cortili della Statale. Visto che nessuno dà loro retta, bloccano la stazione Cadorna. I tg dicono: scontri tra studenti e polizia. Ma di studenti non ce ne erano».

Guardi che è impervio cercar di dimostrare che non ci siano manifestazioni studentesche. Non partecipano persino parecchi giovani di destra?
«No, guardi: i giovani della destra continuano la loro decennale battaglia contro i baroni e i professori ideologizzati, non certo contro il decreto».

Che ne pensa di far intervenire le forze dell'ordine nelle scuole e nelle università?
«Penso che non si porrà il problema, anche perché in tutta Italia mi pare che i ragazzi si rifiutino di occupare. Il 30 ottobre, certo, ci sarà lo sciopero, il solito vecchio rito di chi difende l'indifendibile. Ma dopo, credo che si potrà riprendere a confrontarsi con le riforme. Ovviamente, con chi fa proposte».

Resta il fatto che i tagli ci saranno. È così sicura che non si tradurranno in un impoverimento della didattica?
«I primi a vivere il disagio della scuola esistente sono proprio i professori, pagati con stipendi da fame e proletarizzati da sinistra e sindacato. E poi, il 30% dei risparmi realizzati, 2 miliardi di euro, sarà utilizzato per pagare meglio i professori sulla base del merito».

C'è chi dice: va bene tagliare le spese improduttive. Ma i risparmi devono essere interamente spesi sulla scuola. Non è una posizione sensata?
«Me lo lasci dire: bisognava anche riportare tutti alla realtà. Dire che la gestione allegra del denaro pubblico è finita. E dunque, prima si eliminano gli sprechi. Poi, ma soltanto dopo, si potrà reinvestire in qualità. Questo per quanto riguarda la scuola. Per l'università il 2009 non prevede particolari tagli. Qualche problema potrà esserci dal 2010 ma abbiamo tempo sufficiente per discuterne con chi vuol farlo seriamente».

Sulle classi ponte per gli immigrati restano margini di ambiguità. Che cosa saranno?
«L'ambiguità è di chi ha tentato come al solito di buttarla sul razzismo. Qualunque genitore che ha un figlio alle elementari conosce il problema rappresentato da chi in classe non sa l'italiano. Un problema didattico, che come tale va risolto: non faremo classi separate, le classi ponte saranno corsi magari pomeridiani di italiano per consentire a chi non lo è di imparare la lingua il più rapidamente possibile».

domenica 26 ottobre 2008

ARTICOLO 3: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sull'articolo 3 della "Riforma Gelmini" che introduce il voto decimale al posto del giudizio:

COSA DICE LA SINISTRA
"Un'insufficienza e si sarà bocciati"
"Con il ritorno al voto in decimi si fa più concreto il rischio di ripetere l'anno"



COSA DICE IL DECRETO
L'articolo 3 introduce alcune innovazioni in relazione alle modalità di valutazione del rendimento degli studenti nelle scuole del primo ciclo di istruzione.
In particolare si stabilisce che a partire dal 2008-2009 nella scuola primaria la valutazione periodica e quella annuale è espressa in decimi ed è illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione dell'alunno.
Nella scuola secondaria di primo grado la valutazione epriodica ed annuale viene espressa in decimi.
Rispetto alla disciplina vigente, quindi, nella sucola primaria il giudizio analitico è accompagnato dalla valutazione numerica mentre nelle scuole secondarie di primo grado il giudizio numerico sostituisce del tutto quello analitico.
Nessun pericolo bocciatura per i bambini delle elementari e delle medie con una sola insufficienza.
Nella scuola primaria si arriverà alla bocciatura “solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione, con decisione assunta all’unanimità dai docenti”, mentre alla secondaria di primo grado dovrà essere d’accordo la maggioranza dei professori.


COSA DICE LA GENTE

sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
non disponibile sui temi dell'articolo 3
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
non disponibile
sui temi dell'articolo 3


COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

"La reintroduzione del voti in decimi vuole contribuire a ridare chiarezza alla scuola. Ho constatato che negli ultimi anni il giudizio era diventato sempre più fumoso, meno comprensibile, una specie di giro di parole per non dire con chiarezza il livello di conoscenza, di profitto raggiunto dal singolo studente.
Secondo me il ritorno ai voti è un elemento di chiarezza, un 5 è un 5, un 7 è un 7".

ARTICOLO 3 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 3
Valutazione del rendimento scolastico degli studenti

1. Dall’anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono effettuate mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi e illustrate con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno.

1-bis. Nella scuola primaria i docenti, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.

2. Dall’anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite nonché la valutazione dell’esame finale del ciclo sono effettuate mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi.

3. Nella scuola secondaria di primo grado sono ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.

3-bis. Il comma 4 dell’articolo 185 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sostituito dal seguente: «4. L’esito dell’esame conclusivo del primo ciclo espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall’alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi».

4. Il comma 3 dell’articolo 13 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, abrogato.

5. Con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti, tenendo conto anche dei disturbi specifici di apprendimento e della disabilità degli alunni, e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.

venerdì 24 ottobre 2008

C'E' CHI DICE NO!

Ho ricevuto il testo di un comunicato a firma Diesse, Foe, DiSAL e Associazione Culturale “Il rischio educativo” che pubblico volentieri.

In un momento in cui nelle scuole si sparla, si strumentalizza, si racconta ogni sorta di menzogna, il coraggio di un ragionamento concreto, serio, responsabile e ragionevole merita la massima attenzione e la diffusione.

Ecco il testo del comunicato:
___________________________________________________

Sciopero del 30 ottobre: ragioni per non aderire, ragioni per costruire

1. Il sistema scolastico italiano ha, da tempo, urgente bisogno di essere riformato: siamo ai primi posti, tra i Paesi dell’Ocse, come spesa per l’istruzione ma ciò non incide sulla qualità. Il numero di ore di lezione degli alunni supera del 20% la media dei paesi Ocse, ma ai primi posti per la qualità dell’apprendimento vi sono Paesi dove si sta a scuola molto meno. Per questo chiediamo anche all’attuale Governo, come sempre abbiamo fatto, di abbandonare una politica centralistica, perseguita con l’accanimento delle normative, che pretendono di determinare ogni singolo aspetto della vita scolastica.

2. Per rispondere alla emergenza educativa è indispensabile tenere conto della domanda di istruzione e di educazione che proviene dai giovani di oggi, e completare il percorso verso un assetto pienamente libero e pluralistico. Per questo è prioritario dare attuazione all’autonomia costituzionale prevista per le scuole, assicurando alle stesse veri organi di governo e risorse dirette. Gli altri cambiamenti verranno come diretta conseguenza: drastica riduzione di norme; livelli essenziali di apprendimento; carriere per i professionisti della scuola con effettivo riconoscimento del merito e delle prestazioni; dirigenza scolastica messa in grado di rispondere dei risultati; moderno sistema di valutazione che aiuti le scuole a migliorare.

3. Una prospettiva di così ampio respiro necessita di tempi lunghi e non può essere assicurata da una singola fase di revisione degli ordinamenti o della normativa in uso. Occorre piuttosto un impegno costante per il bene comune da parte di tutte le forze sociali e politiche autenticamente riformiste. Per questo è necessario che anche i sindacati, anziché condurre battaglie di retroguardia dannose per tutti, tornino ad impegnarsi per il bene comune. Gli slogan lanciati in questi giorni e irresponsabilmente depositati sulle bocche degli studenti spinti in piazza a manifestare contro chi oggi è chiamato a governare, appaiono invece strumentali e ridicoli, tanto più perché gridati in difesa di una scuola italiana di cui tutti, in questi anni, si sono lamentati.

4. Le misure prese dall’attuale Governo in realtà, non si scostano, nei principi ed in molte proposte, da quelle suggerite dal Quaderno Bianco dei ministri Padoa-Schioppa e Fioroni, nella prospettiva del vincolo di pareggio entro il 2011 richiesto all’Italia dall’Unione europea. La razionalizzazione di spesa all’interno di un sistema tanto elefantiaco quanto improduttivo è urgente e indispensabile. I provvedimenti approvati a favore di interventi per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti ne costituiscono un primo significativo segnale.

5. Non aderiamo allo sciopero del 30 ottobre perché non ne condividiamo le motivazioni. Non possiamo accettare le posizioni corporative di un certo sindacalismo che, guidato in particolare dalla CGIL, continua ad opporsi, per ragioni di mero potere, a qualsiasi serio tentativo di cambiamento del sistema di istruzione nazionale. L’istruzione è un bene di tutti: per questo è indispensabile che ogni seria riforma si costruisca attraverso il dialogo con le componenti reali della scuola che si esprimono anche nelle loro forme associative.

Associazione Culturale “Il Rischio Educativo”
DIESSE (Didattica e Innovazione Scolastica)
DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere)
FOE (Federazione Opere Educative)
_____________________________________________

ARTICOLO 2: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sull'articolo 2 della "Riforma Gelmini" che introduce il voto in condotta:

COSA DICE LA SINISTRA
"si viene bocciati con il 7 in condotta!"





COSA DICE IL DECRETO

Si può essere bocciati con il 5 in condotta, solo in casi assolutamente gravi (come il teppismo, il bullismo, la violenza all’interno della stessa scuola) ma perché questo possa essere possibile ci dovrà essere il consenso e il via libera del consiglio di istituto e di quello di classe.


COSA DICE LA GENTE

sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
88% favorevoli
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
92% favorevoli


COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

“Per valutare la maturità di un ragazzo è certamente importante il profitto sulle singole materie, ma non basta.
Ora viene data la possibilità al consiglio di classe di valutare la condotta e fare in modo che questa concorra al giudizio complessivo dello studente. Nei casi di grave insufficienza nella condotta questo elemento può condurre anche alla non ammissione all’anno successivo.
Le cronache ci rappresentano una situazione sempre più difficile: molti gli episodi di mancanza di disciplina, di bullismo, di violenze.
Oggi gli insegnanti non hanno strumenti, la possibilità di intervenire, crediamo che la valutazione del comportamento possa essere un deterrente adeguato per prevenire comportamenti indisciplinati, e intanto il ministero approfondirà progetti di studio sul disagio giovanile.
Questo provvedimento responsabilizza l’intero sistema scolastico.
Gli alunni sanno che saranno premiati se si comportano bene, puniti in caso di gravi mancanze disciplinari”

ARTICOLO 2 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 2:
Valutazione del comportamento degli studenti

1. Fermo restando quanto previsto dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attivita' ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.

1 bis. Le somme iscritte nel conto dei residui del bilancio dello stato per l'anno 2008, a seguito di quanto disposto dall'articolo 1, commi 28 e 29, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, non utilizzate alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono versate all'entrata del bilancio dello stato per essere destinate al finanziamento di interventi per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici ovvero di impianti e strutture sportive dei medesimi.
Al riparto delle risorse, con l'individuazione degli interventi e degli enti destinatari, si provvede con decreto del ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in coerenza con apposito atto di indirizzo delle commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari.

2. A decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento e' effettuata mediante l'attribuzione di un voto decimale espresso in decimi.

3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo. Ferma l'applicazione della presente disposizione dall'inizio dell'anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravita' del comportamento al voto inferiore a sei decimi, nonche' eventuali modalita' applicative del presente articolo.

giovedì 23 ottobre 2008

ARTICOLO 1: LE BUGIE DELLA SINISTRA, I FATTI E LE OPINIONI

Ecco bugie, fatti e opinioni sull'articolo 1 della "Riforma Gelmini" che introduce una nuova materia di studio: "Cittadinanza e Costituzione":

COSA DICE LA SINISTRA
"il decreto Gelmini è «autoritario» perché ha ridotto le ore di insegnamento della Costituzione pur di risparmiare"



COSA DICE IL DECRETO
La Costituzione e, più in generale, lo studio dell'educazione civica, entra in via sperimentale, nelle aule delle scuole del primo e secondo ciclo.
La nuova disciplina si chiamerà "Cittadinanza e Costituzione" e sarà inclusa nel monte-ore di storia e geografia per un totale di 33 ore annue.


COSA DICE LA GENTE

sondaggio ’Ispo (Ist. Studi pubblica opinione):
non disponibile sui temi dell'articolo 1
sondaggio Mondadori per "Donna Moderna":
non disponibile
sui temi dell'articolo 1


COSA DICE IL MINISTRO GELMINI

"Pensiamo che la scuola debba mettere al centro la persona, quindi aiutare i ragazzi a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.
Educazione civica come educazione alla cittadinanza e dunque studio della Costituzione, dell'educazione ambientale, della salute ma anche insegnamento dell'educazione stradale quanto mai opportuno visto il numero di ragazzi che ogni anno perdono la vita in incidenti".

ARTICOLO 1 DECRETO-LEGGE 1 SETTEMBRE 2008 , n. 137 ("RIFORMA GELMINI")

Articolo 1:
Cittadinanza e Costituzione

1. A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'articolo 11 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse.
Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia.

1 bis. Al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, definito dalla Carta costituzionale, sono altresì attivate iniziative per lo studio degli statuti regionali delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale.

2. All'attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

APPROFONDIAMO LA RIFORMA GELMINI

Come annunciato nel post di ieri, è mio desiderio informare sugli effettivi contenuti della cosiddetta "riforma Gelmini" per portare chiarezza in un momento dove abbonda la strumentalizzazione della sinistra e dei sindacati.

Mi è piaciuto molto il manifesto che pubblico qui sotto che riassume quanto sta succedendo in questi giorni e sintetizza gli interessi differenti in gioco che sono totalmente differenti tra la sinistra delle piazze e il governo delle riforme.

Ma per non fare lo stesso gioco basso della sinistra, lascerò da parte le mie opinioni e mi atterrò scrupolosamente al testo della riforma.

Nei prossimi giorni ci saranno quindi una serie di post dove sarà riportato il testo integrale del decreto e, per ogni argomento, la contrapposzione tra le bugie della sinistra e le verità del decreto.

mercoledì 22 ottobre 2008

INTERESSA VERAMENTE L'EDUCAZIONE AI MALEDUCATI?

Lunedì sera sono stato a Monza all'incontro con il Ministro Maria Stella Gelmini che ha spiegato con lucidità e passione la riforma della scuola.

Ascoltare il perchè di ogni passaggio chiave della riforma mi ha fatto davvero piacere perchè ho avuto la conferma di come ogni innovazione introdotta dal decreto (maestro unico, voto in condotta, voto decimale, educazione civica, ecc.), non nasce fine a se stessa ma è conseguenza del desiderio reale di superare lo status quo della scuola sindacalizzata per trasformarla nella scuola per gli studenti.

Con un unico obbiettivo: arrivare a migliorare l’educazione e la formazione personale e scolastica dell’alunno e dello studente e preparare il futuro nella società e nel lavoro.

All'entrata e all'uscita non sono mancati i gruppi di sinistra che contestavano la riforma dell'educazione con la maleducazione.

Slogan di basso profilo gracchiati, lancio di uova e tutto il contorno tipico delle proteste di piazza della sinistra.

E schivando tuorli e albumi mi chiedevo: nella mia libertà sono venuto a sentire un Ministro che esponeva le ragioni di alcune scelte e mi devo trovare a schivare il lancio di uova e subire insulti?

Questa è l'educazione di chi vuole dire la propria idea sul tema dell'educazione?

In questi ultimi giorni ho voluto parlare con tanti ragazzi e ho scoperto che la riforma non la conoscono.

Parlano per voce di alcuni insegnanti che hanno trasformato le lezioni in campagne diffamatorie contro la riforma e contro il Ministro per tutelare non i ragazzi ma lo status quo nel quale si sono comodamente adagiati.

Per questo serve informazione.

I ragazzi si sorprendono nel sentire le ragioni della riforma che non coincidono con la propaganda del diffuso progressismo docente.

Per questo motivo pubblicherò una serie di post per spiegare perchè la riforma introduce alcune novità.

Solo dando le ragioni i ragazzi possono imparare a valutare, giudicare e condividere o non condividere una scelta che li riguarda direttamente sia oggi che nel loro futuro.

So benissimo che il compito di spiegare queste cose competerebbe innanzi tutto ai loro insegnanti ma vedendo che sono più interessati al lancio delle uova e a difendere il proprio "orticello" coltivato con anni di tessere sindacali, ci provo io.

Se qualcuno mi aiuta, non è tempo perso!

giovedì 16 ottobre 2008

QUANDO I CRITERI PREVALGONO SULLA PROPAGANDA: L'ITALIA OTTIENE IL RINVIO DEL PIANO CLIMA DELL'UNIONE EUROPEA

Il cosiddetto "piano clima" dell'Unione Europea è stato rinviato all'unanimità grazie all'intervento del Presidente Berlusconi che, insieme al Ministro Frattini, ha fatto ragionare i rappresentanti dei paesi europei sull'inopportunità di approvare un piano costoso e inutile.

Nell'aula dell'Unione Europea i nostri esponenti hanno raggiunto questo risultato attraverso criteri di giudizio che il mondo dell'ambientalismo ignora totalmente.

Eccoli:.


BUONSENSO
"L'ambiente è uguale per tutti"
Presidente Silvio Berlusconi: «Bisogna partire da un principio e cioè se l'Unione europea deve essere la portabandiera di una politica per ridurre le emissioni di CO2 i gravami economici devono essere divisi tra tutti i cittadini in egual misura. Ci sono ad esempio dei paesi manifatturieri, come il nostro, che hanno dei gravami molto più alti rispetto agli altri paesi e, non è possibile dunque, che l'Italia si addossi costi altissimi rispetto ad altri Stati. Se l'Unione Europea a dicembre prenderà questa decisione, il tutto sarà suddiviso tra i 530 milioni di europei in egual misura. Questa deve essere la direzione»..

COMPROMESSO
"Flessibilità e sostenibilità"
Ministro Franco Frattini: «la parola d'ordine è flessibilità e sostenibilità. Se questi due elementi vengono inseriti, si può anche arrivare a un accordo».

REALISMO
"Valutazione dei costi e dei benefici"
Presidente Silvio Berlusconi: «Non possiamo chiedere di produrre auto pulite senza dar loro una mano ed è proprio su questo che stiamo lavorando. Le nostre imprese non sono assolutamente nella misura di sopportare i costi della regolamentazione proposta. Il pacchetto costerà all’industria automobilistica italiana dai 160 ai 180 miliardi di vecchie lire, mentre tutto il resto dell’economia, dovrebbe addirittura pagare il prezzo di 25 miliardi di gravame all’anno». .

CONCRETEZZA
"Non combattiamo i mulini a vento"
Presidente Silvio Berlusconi: «Non crediamo che sia il momento di fare i Don Chisciotte, di andare soli quando i paesi grossi produttori di C02 come gli Usa e la Cina sono assolutamente negativi sul fatto di aderire alla nostra azione».

COERENZA
"Sviluppo sostenibile e non declamazioni insostenibili"
Ministro Stefania Prestigiacomo «Siamo per lo sviluppo sostenibile, non per le declamazioni insostenibili che ci hanno portato a sforare del 13,5% gli impegni di Kyoto. Non dovrebbe sfuggire ai tanti che invocano questo pacchetto che i costi li pagherebbero i cittadini con rincari delle bollette e bei beni di consumo».

mercoledì 15 ottobre 2008

EMMA MARCEGAGLIA METTE IN CAMPO LA RAGIONE: «PIANO-CLIMA L'UE UCCIDE L'INDUSTRIA»

Il presidente di Confindustria ha rilasciato dichiarazioni di estrema lucidità e di grande buonsenso per invitare il Presidente Berlusconi a non aderire al Piano-clima in discussione al vertice europeo di Bruxelles.

Ecco uno stralcio delle parole di Emma Marcegaglia tratte dall'articolo apparso sul sito de "Il Corriere" di oggi 15 ottobre:

«Noi non siamo anti-ambiente. Noi l'impegno per ridurre le emissioni inquinanti lo manteniamo. Ma non con queste norme. Perché così si uccide l'industria europea. E quella italiana prima delle altre »

«Il governo ha capito che non è una questione tecnica, che qui ci giochiamo il futuro. E diamo atto ai ministri interessati, da Andrea Ronchi a Claudio Scajola, da Franco Frattini a Stefania Prestigiacomo del grande lavoro già fatto per far capire anche a Bruxelles che la nostra non è un difesa corporativa ma la denuncia di un rischio certo: danni enormi alle economie in cambio di benefici infinitesimali per l'ambiente».

E a Berlusconi, che stasera sarà alla cena in cui i capi di Stato e di governo affronteranno la questione, chiede di «sostenere le ragioni dello sviluppo e prendere una posizione molto netta». Anche con un veto? «Anche con un veto, sì».

«Maggiori costi di 180 miliardi l'anno per le imprese europee, e di 20-27 solo per quelle italiane». Il tutto per ottenere un beneficio, in termini di riduzione delle emissioni di Co2 (il biossido di carbonio), «tra lo 0,3 e lo 0,53%».

Una percentuale «irrisoria, e non solo in paragone ai costi: l'Europa se li sobbarca, ma Usa, Cina, Brasile, India non hanno alcuna intenzione di farlo, e basterebbe andare a produrre in Turchia, in Nord Africa, di fatto anche in Russia per non avere più vincoli né prezzi da pagare ».

SI RIPARTE!

Eccomi finalmente ancora sul mio blog che, per motivi professionali, ho dovuto "abbandonare" per un mese.

Ho sentito tante volte la mancanza dell'appuntamento fisso con i visitatori, con le critiche, i pareri, le polemiche e i contributi molto interessanti che tante volte ho avuto il piacere di pubblicare.

E allora senza perdere altro tempo.... si riparte!