lunedì 22 dicembre 2008

AUGURI

"Che cos'è il Natale?
E' tenerezza per il passato,
coraggio per il presente,
speranza per il futuro."
(Agnes M. Pahro)

A tutti i visitatori del blog tanti auguri per un sereno Natale!

lunedì 24 novembre 2008

BJORN LOMBORG "CON LA SPESA DI KYOTO POTREMMO GARANTIRE ACQUA POTABILE A CHIUNQUE E PER SEMPRE"

Continuiamo a leggere testimonianze di pentimento di ex ambientalisti che, dopo aver superato la visione ambientalista ideologica, hanno voluto mettere seriamente a confronto gli slogan ambientalisti e le verità scientifiche.
Risultato più che evidente: l'abbandono del mondo ambientalista.
Stavolta ascoltiamo le parole di Bjorn Lomborg, quarantun'anni, uomo di sinistra, militante di Greenpeace, Phd in scienze politiche all'Università di Copenhagen.

Dopo aver scoperto le bugie degli ambientalisti ed aver abbandonato Greenpeace, Bjorn Lomborg ha fondato il Copenhagen Consensus, un gruppo di esperti in discipline diverse - economisti compresi - che si sono presi la briga di analizzare, con pragmatismo appunto, i problemi globali del pianeta.
Dal febbraio 2002 al luglio 2004, inoltre, Lomborg è stato Direttore dell’Istituto nazionale di Danimarca per la valutazione ambientale.

Per il 2008 Lomborg è stato annoverato dal "Guardian" tra le 50 persone che possono salvare il mondo mentre la rivista "Times" l'ha definito una delle 100 persone più influenti del mondo.
Ecco il parere di Lomborg tratto da interviste a “Il Giornale” e a “Il Sole 24 Ore”

"(Essere un ambientalista “scettico”) signiflca che io sono un ambientalista, perché - come la maggior parte della gente - mi preoccupo per la nostra Terra e per la salute e il benessere delle generazioni a venire.
Ma sono anche scettico, poiché me ne preoccupo abbastanza da non voler agire sulla base di semplici miti, ottimisti o pessimisti che siano.
Al contrario, gli uomini dovrebbero utilizzare le informazioni più accurate di cui dispongono per perseguire, tutti insieme, l’obiettivo comune di rendere migliore il domani”.

"La litania (Lomborg chiama in questo modo gli slogan e gli allarmi lanciati dagli ambientalisti - ndr) ha pervaso il dibattito così profondamente e così a lungo, che affermazioni chiaramente false possono essere dette e ripetute, senza alcun riferimento preciso, e ciò nonostante essere prese per buone.
Questa non è la conseguenza del fallimento della ricerca accademica sui problemi ambientali, che anzi è bilanciata e competente.
Piuttosto, ci troviamo di fronte alla disfatta della divulgazione delle conoscenze ambientali, che tocca insistentemente la corda delle nostre credenze fatalistiche”.

"Diciamo le cose come stanno.
Quanto peggio viene ritratto lo stato di salute dell’ambiente tanto più facile è per gli ambientalisti convincerci a spendere denaro su di esso anziché in ospedali, asili, eccetera. "

"Penso che potremmo aiutare il Terzo Mondo assai di più facendo altre cose, per esempio fornendo loro acqua potabile e servizi sanitari.
Con la spesa dl 200 miliardi - che è il costo di Kyoto per un solo anno — potremmo garantire acqua potabile a chiunque e per sempre.
Questo salverebbe ogni anno due milioni di persone dalla morte e mezzo miliardo di persone da una grave malattia. "

"Tra venti anni, ci volteremo indietro e ci meraviglieremo di esserci preoccupati così tanto. L’ambientalismo non sarà più una religione, ma semplice buonsenso”.

"Avete notato che i militanti ambientalisti quasi immancabilmente non si limitano a dire che c'è il riscaldamento globale e che è un male, ma anche che quello a cui stiamo assistendo è perfino peggio di quanto ci aspettassimo?
È strano, perché qualunque approccio sensato ai procedimenti scientifici indurrebbe a pensare che, man mano che affiniamo le nostre conoscenze, scopriamo che le cose a volte vanno peggio e a volte meglio di quello che ci aspettavamo, con una distribuzione fra cattive e buone notizie che verosimilmente dovrebbe essere di 50 e 50.
Per i militanti ambientalisti, invece, è quasi immancabilmente di 100 a 0."

giovedì 20 novembre 2008

CHICCO TESTA: "AMBIENTALISTI ESTREMISTI, NEGAZIONISTI E IPOCRITI"

Sembra proprio di poter affermare che "chi conosce l'ambientalismo, lo evita".

Dopo Patrick Moore, scappato da Greenpeace di cui era fondatore e Direttore Generale oggi approfondiamo il pensiero di Chicco Testa (con Veltroni nella foto).
Per capire chi sia stato Chicco Testa per il mondo dell'ambientalismo partiamo dal suo curriculum ambientalista e anche politico (se non sei di sinistra non puoi essere ambientalista...).

Nel 1980 Chicco Testa è Segretario Generale e poi Presidente di Legambiente
Nel 1987 raggiunge l'apice della sua carriera ambientalista con il referendum dell’8-9 novembre per il NO al nuclare
Nel 1987 viene eletto deputato del Partito Comunista Italiano
Fino al 1994 viene eletto deputato nel Partito Democratico di Sinistra

Leggete cosa pensa oggi Chicco Testa del mondo dell'ambientalismo attraverso le sue parole tratte da un'intervista rilasciata a Giordano Bruno Guerri:

"C’è qualcuno che si definisce ambientalista e dà le patenti agli altri.
Per loro bisogna essere un estremista per essere ambientalista, ovvero negazionista di tutto.
E’ un atteggiamento intollerabile, perché pieno di ipocrisia. (...)

Il pianeta non ha nessun bisogno di essere salvato, il pianeta è un organismo fisico, biologico, che ha la sua vita: è stato freddo, è stato caldo, diventerà nuovamente freddo.
E’ stato deserto, e non gliene frega niente di quante foreste ha sopra.
In realtà stiamo discutendo del pianeta che piace a noi, di rappresentazioni caricaturali della natura. (…)

(essere un ambientalista oggi significa) avere a cuore il fatto che una parte importante della nostra vita dipende dalle risorse naturali e che quindi dobbiamo saperle preservare e riprodurre. C’è anche un aspetto estetico, il sacchetto di plastica buttato in un corso d’acqua fa più danni al buongusto che all’ambiente.(…)

Nel movimento ambientalista, fin dalle origini, ci sono due atteggiamenti diversi.
Uno è quello catastrofista, che spinge a forme di millenarismo e predica la penuria come risposta ai problemi; un’altra corrente, che è fortissima ma non ha avuto molto peso politico, è quella che spera nella ricerca, nella tecnologia, nell’innovazione: cose che ci consentano di vivere consumando di meno ma migliorando la qualità della nostra vita.. (…)

(I Verdi) cioè quella roba che da anni prende il 2 per cento e che fa una politica sostanzialmente reazionaria, nel senso storico della parola.
Reazionaria perché è una politica che ha coltivato gli egoismi locali scambiandoli per interessi generali.
E che ha difeso lo status quo scambiandolo per il mantenimento dell’equilibrio ambientale. "

Per leggere integralmente l'intervista di Giordano Bruno Guerri a Chicco Testa cliccare qui

mercoledì 19 novembre 2008

PATRICK MOORE: "AMBIENTALISTI DI GREENPEACE? ATTIVISTI POLITICI O IMPRENDITORI DELL'AMBIENTE, SENZA CONOSCENZE SCIENTIFICHE"

Interesse ambientale o interesse politico?
Interesse ambientale o interesse imprenditoriale?

Dopo le parole di Vaclav Klaus, Presidente della Repubblica Ceca, pubblicate nel mio post di ieri, un altro contributo alla riflessione (sempre a patto che serva viste le risposte fin troppo scontate...) ci viene leggendo il parere di Patrick Moore che è stato fondatore e direttore di Greenpeace che nel 1986, scoprendo le vere logiche ispiratrici delle battaglie ambientaliste ha abbandonato Greenpeace spiegandone le ragioni:

"Nel 1971 si stava radicando in Canada un'etica ambientalista e pacifista, e io decisi di partecipare.
Appena ottenni il mio dottorato in Ecologia, misi assieme il mio background scientifico con le forti capacità mediatiche dei miei colleghi.
Coerentemente con le nostre tesi pacifiste, fondammo Greenpeace.
Ma dopo ho imparato che il movimento ambientalista non sempre è guidato dalla scienza.
(...) Dapprima, molte delle cause che portammo avanti, come l'opposizione ai test nucleari e la protezione delle balene, scaturivano dalle nostre conoscenze scientifiche di fisica nucleare e biologia marina.
Ma dopo sei anni passati come uno dei cinque direttori di Greenpeace International, mi resi conto che nessuno dei miei colleghi direttori aveva alcuna formale competenza scientifica.
Erano o attivisti politici o imprenditori dell'ambiente.
Alla fine, la tendenza ad abbandonare l'obiettività scientifica in favore delle agende politiche mi obbligò a lasciare Greenpeace nel 1986.
Il punto di rottura fu la decisione di Greenpeace di appoggiare la campagna internazionale contro l'uso del cloro.
La scienza ci mostra che aggiungere cloro all'acqua da bere è stato la più grande conquista nella storia della sanità pubblica, che ha consentito la virtuale scomparsa di malattie legate all'uso dell'acqua, come il colera.
E la maggior parte dei nostri farmaci sono basati sulla chimica del cloro.
In parole povere, il cloro è essenziale per la nostra salute.
I miei ex colleghi ignorarono la scienza e appoggiarono la campagna contro l'uso del cloro, obbligandomi ad andare via.
Nonostante la scienza sia giunta alla conclusione che non esistano rischi conosciuti - e che ci siano grandi benefici - nell'uso del cloro nell'acqua potabile, Greenpeace e altre associazioni ambientaliste si sono opposte al suo uso per oltre vent'anni. (...)"

Per leggere integralmente l'articolo "Why I Left Greenpeace" sul sito di "The Wall Street journal" (in inglese) cliccare qui

martedì 18 novembre 2008

VACLAV KLAUS: "IT IS NOT ABOUT CLIMATOLOGY. IT IS ABOUT FREEDOM"

"Non si tratta di climatologia. Si tratta di libertà"

Ecco le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, intervenendo nel dibattito su cambiamenti climatici, Protocollo di Kyoto, riduzione delle emissioni e proclami ambientalisti vari:

Da uno che è vissuto sotto il comunismo per la maggior parte della vita, mi sento in obbligo di dire che io vedo la più grande minaccia alla libertà, alla democrazia, all’economia di mercato e alla prosperità non nel comunismo ma nell’ambientalismo ambizioso.
Questa ideologia vuole sostituire l’evoluzione libera e spontanea dell’umanità con una specie di pianificazione centrale.
Invece di parlare dell’ambiente, facciamo attenzione al nostro comportamento personale perché bisogna essere fiduciosi nell’evoluzione spontanea della società umana, senza spaventarci con previsioni catastrofiche”.

venerdì 14 novembre 2008

VERUM SCIRE EST SCIRE PER CAUSAS (Aristotele)

Traduzione del titolo: "Il vero sapere è sapere attraverso le cause"

La Commissione europea insiste nell’invito a mantenere la volontà di ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020.

Il Professor Franco Battaglia, ospite anche del Comune di Limbiate in un incontro pubblico davvero molto interessante e partecipato, ci aiuta a capire meglio il senso della tanto inflazionata “riduzione delle emissioni”.

Ma, al tempo stesso, ci aiuta a capire l’oggettivo “non-senso” con il quale in una logica di retorica ambientalista e di moda ambientale, si sta trasformando la corretta sensibilizzazione al risparmio energetico in una strumentale campagna di presunto salvataggio del pianeta inutile e strumentale.

Ecco alcuni brani tratti dal suo articolo apparso su “Il Giornale” (è possibile leggere l’intero articolo cliccando qui):

“(…) La nostra civiltà è fondata sulla possibilità di trasferire energia abbondante e a buon mercato.
Provate a immaginare come vi toccherebbe mutare le vostre abitudini di vita se foste privati del solo frigorifero.
L’energia va risparmiata?
La domanda è mal posta, perché l’energia né si crea né si distrugge; non a caso pochi righi sopra ho scritto «possibilità di trasferire».
Trasferimento che oggi operiamo, quasi al 90%, bruciando petrolio, gas e carbone.
E facciamo così perché è così che sappiamo fare.
Dobbiamo allora risparmiare petrolio, gas e carbone, perché altrimenti finiscono?
No, perché non ha senso risparmiare un bene finito.
Per esempio: se il petrolio del pianeta finisse fra 50 anni e se l’Italia decidesse da domani di risparmiarlo al 100%, allora il petrolio del pianeta finirebbe fra 51 anni.
Dobbiamo risparmiarli perché costano e bruciarli ci impoverirebbe?
No, perché è proprio bruciandoli che possiamo trasferire più energia e far fronte alle crisi: è la disponibilità e il consumo di energia, non il suo risparmio, che crea posti di lavoro e, quindi, ricchezza e benessere.Qualcuno s’è inventato che dobbiamo risparmiarli perché il pianeta, per via dell’effetto serra antropogenico (causato dall’uomo – ndr), sarebbe malato e andrebbe salvato.
I potenti del mondo gli hanno dato ascolto e decisero di ridurre le emissioni del 5% entro il 2012 (protocollo di Kyoto).
Poi, visto che il mondo si sta rivelando incapace di operare alcuna riduzione, i potenti d’Europa decisero, con logica che mi sfugge, che la riduzione dovrebbe essere del 20% entro il 2020. (…)
Il che ci consente di fare l’aritmetica di cui vi risparmio i calcoli e vi do il risultato: l’Italia entro il 2020 dovrebbe essersi sbarazzata di tutte le automobili in circolazione.
Oppure aver sostituito tutte le sue centrali elettriche (diverse da quelle idriche) con altrettanti reattori nucleari: a occhio e croce una trentina, con un impegno economico di 100 miliardi.Non paghi della titanica sfida, non vogliamo reattori nucleari.
Vorremmo turbine eoliche o pannelli fotovoltaici.
Il che crea tre problemi.
Uno economico, uno tecnico e uno ambientale.
Per quello economico, basti sapere che impianti eolici e FV equipollenti a quelli nucleari detti costerebbero, rispettivamente, 200 e 2.000 miliardi.
Per quello tecnico basti sapere che la loro presenza non evita l’installazione di quelli nucleari, che devono funzionare quando il Paese richiede energia elettrica anche se il sole non brilla o il vento non soffia.
Per quello ambientale basti notare che servirebbero almeno 200.000 turbine eoliche (…)
Insomma, il 20-20-20 è una mostruosità logica, economica, tecnica e ambientale.
E anche giuridica perché non è con la forza delle leggi dei parlamenti che si possono violare le leggi della scienza e dell’economia.
Infine, è una mostruosità scientifica, perché se mi domandate se l’umanità sta scaldando il pianeta, la risposta è categorica: no.
Ma come si fa a dirlo da sotto questa pesante cappa di conformismo che tutti opprime e asfissia?
Accenno solo che a fronte delle 20 Gt di CO2 che l’umanità immette ogni anno, ve ne sono 2000 in atmosfera e 150.000 nelle acque degli oceani.
Che dire? Andate pure avanti che a qualcuno già scappa da ridere?”

giovedì 13 novembre 2008

I SINDACATI LITIGANO, I DIPENDENTI ALITALIA SCIOPERANO E GLI ITALIANI CHIEDONO: “LICENZIATELI!”

Mentre il teatrino dei sindacati ci presenta l'atto della "rottura" tra Epifani (CGIL) e la coppia Bonanni- Angeletti (CISL e UIL) la gente non li sopporta più.
Mentre Epifani fa la "prima donna", fa l'offeso, fa il permaloso e ci tedia con l'ennesimo sciopero del 12 dicembre, la gente guarda e giudica.
Mentre si sciopera negli aeroporti, la gente ne ha piene le tasche.

E allora ancora una volta voglio dare la parola agli italiani.
Perchè, contrariamente a quanto pensano Epifani, Bonanni, Angeletti e i vari urlatori megafonari da comizio, gli italiani dimostrano di avere le idee molto chiare.


Sondaggio Demoskopea per Il Giornale:

Il 74% degli italiani chiede che si intervenga contro gli scioperi selvaggi con la precettazione

Il 55% degli italiani non ritiene lo sciopero uno strumento valido

L’83%, degli italiani sostiene che non è giusto che i cittadini paghino gli scioperi con disagi personali


Sondaggio SkyTg24:

L’80% degli italiani ritiene giusto licenziare i dipendenti di Alitalia che hanno scioperato senza preavviso