venerdì 14 novembre 2008

VERUM SCIRE EST SCIRE PER CAUSAS (Aristotele)

Traduzione del titolo: "Il vero sapere è sapere attraverso le cause"

La Commissione europea insiste nell’invito a mantenere la volontà di ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020.

Il Professor Franco Battaglia, ospite anche del Comune di Limbiate in un incontro pubblico davvero molto interessante e partecipato, ci aiuta a capire meglio il senso della tanto inflazionata “riduzione delle emissioni”.

Ma, al tempo stesso, ci aiuta a capire l’oggettivo “non-senso” con il quale in una logica di retorica ambientalista e di moda ambientale, si sta trasformando la corretta sensibilizzazione al risparmio energetico in una strumentale campagna di presunto salvataggio del pianeta inutile e strumentale.

Ecco alcuni brani tratti dal suo articolo apparso su “Il Giornale” (è possibile leggere l’intero articolo cliccando qui):

“(…) La nostra civiltà è fondata sulla possibilità di trasferire energia abbondante e a buon mercato.
Provate a immaginare come vi toccherebbe mutare le vostre abitudini di vita se foste privati del solo frigorifero.
L’energia va risparmiata?
La domanda è mal posta, perché l’energia né si crea né si distrugge; non a caso pochi righi sopra ho scritto «possibilità di trasferire».
Trasferimento che oggi operiamo, quasi al 90%, bruciando petrolio, gas e carbone.
E facciamo così perché è così che sappiamo fare.
Dobbiamo allora risparmiare petrolio, gas e carbone, perché altrimenti finiscono?
No, perché non ha senso risparmiare un bene finito.
Per esempio: se il petrolio del pianeta finisse fra 50 anni e se l’Italia decidesse da domani di risparmiarlo al 100%, allora il petrolio del pianeta finirebbe fra 51 anni.
Dobbiamo risparmiarli perché costano e bruciarli ci impoverirebbe?
No, perché è proprio bruciandoli che possiamo trasferire più energia e far fronte alle crisi: è la disponibilità e il consumo di energia, non il suo risparmio, che crea posti di lavoro e, quindi, ricchezza e benessere.Qualcuno s’è inventato che dobbiamo risparmiarli perché il pianeta, per via dell’effetto serra antropogenico (causato dall’uomo – ndr), sarebbe malato e andrebbe salvato.
I potenti del mondo gli hanno dato ascolto e decisero di ridurre le emissioni del 5% entro il 2012 (protocollo di Kyoto).
Poi, visto che il mondo si sta rivelando incapace di operare alcuna riduzione, i potenti d’Europa decisero, con logica che mi sfugge, che la riduzione dovrebbe essere del 20% entro il 2020. (…)
Il che ci consente di fare l’aritmetica di cui vi risparmio i calcoli e vi do il risultato: l’Italia entro il 2020 dovrebbe essersi sbarazzata di tutte le automobili in circolazione.
Oppure aver sostituito tutte le sue centrali elettriche (diverse da quelle idriche) con altrettanti reattori nucleari: a occhio e croce una trentina, con un impegno economico di 100 miliardi.Non paghi della titanica sfida, non vogliamo reattori nucleari.
Vorremmo turbine eoliche o pannelli fotovoltaici.
Il che crea tre problemi.
Uno economico, uno tecnico e uno ambientale.
Per quello economico, basti sapere che impianti eolici e FV equipollenti a quelli nucleari detti costerebbero, rispettivamente, 200 e 2.000 miliardi.
Per quello tecnico basti sapere che la loro presenza non evita l’installazione di quelli nucleari, che devono funzionare quando il Paese richiede energia elettrica anche se il sole non brilla o il vento non soffia.
Per quello ambientale basti notare che servirebbero almeno 200.000 turbine eoliche (…)
Insomma, il 20-20-20 è una mostruosità logica, economica, tecnica e ambientale.
E anche giuridica perché non è con la forza delle leggi dei parlamenti che si possono violare le leggi della scienza e dell’economia.
Infine, è una mostruosità scientifica, perché se mi domandate se l’umanità sta scaldando il pianeta, la risposta è categorica: no.
Ma come si fa a dirlo da sotto questa pesante cappa di conformismo che tutti opprime e asfissia?
Accenno solo che a fronte delle 20 Gt di CO2 che l’umanità immette ogni anno, ve ne sono 2000 in atmosfera e 150.000 nelle acque degli oceani.
Che dire? Andate pure avanti che a qualcuno già scappa da ridere?”

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