mercoledì 19 novembre 2008

PATRICK MOORE: "AMBIENTALISTI DI GREENPEACE? ATTIVISTI POLITICI O IMPRENDITORI DELL'AMBIENTE, SENZA CONOSCENZE SCIENTIFICHE"

Interesse ambientale o interesse politico?
Interesse ambientale o interesse imprenditoriale?

Dopo le parole di Vaclav Klaus, Presidente della Repubblica Ceca, pubblicate nel mio post di ieri, un altro contributo alla riflessione (sempre a patto che serva viste le risposte fin troppo scontate...) ci viene leggendo il parere di Patrick Moore che è stato fondatore e direttore di Greenpeace che nel 1986, scoprendo le vere logiche ispiratrici delle battaglie ambientaliste ha abbandonato Greenpeace spiegandone le ragioni:

"Nel 1971 si stava radicando in Canada un'etica ambientalista e pacifista, e io decisi di partecipare.
Appena ottenni il mio dottorato in Ecologia, misi assieme il mio background scientifico con le forti capacità mediatiche dei miei colleghi.
Coerentemente con le nostre tesi pacifiste, fondammo Greenpeace.
Ma dopo ho imparato che il movimento ambientalista non sempre è guidato dalla scienza.
(...) Dapprima, molte delle cause che portammo avanti, come l'opposizione ai test nucleari e la protezione delle balene, scaturivano dalle nostre conoscenze scientifiche di fisica nucleare e biologia marina.
Ma dopo sei anni passati come uno dei cinque direttori di Greenpeace International, mi resi conto che nessuno dei miei colleghi direttori aveva alcuna formale competenza scientifica.
Erano o attivisti politici o imprenditori dell'ambiente.
Alla fine, la tendenza ad abbandonare l'obiettività scientifica in favore delle agende politiche mi obbligò a lasciare Greenpeace nel 1986.
Il punto di rottura fu la decisione di Greenpeace di appoggiare la campagna internazionale contro l'uso del cloro.
La scienza ci mostra che aggiungere cloro all'acqua da bere è stato la più grande conquista nella storia della sanità pubblica, che ha consentito la virtuale scomparsa di malattie legate all'uso dell'acqua, come il colera.
E la maggior parte dei nostri farmaci sono basati sulla chimica del cloro.
In parole povere, il cloro è essenziale per la nostra salute.
I miei ex colleghi ignorarono la scienza e appoggiarono la campagna contro l'uso del cloro, obbligandomi ad andare via.
Nonostante la scienza sia giunta alla conclusione che non esistano rischi conosciuti - e che ci siano grandi benefici - nell'uso del cloro nell'acqua potabile, Greenpeace e altre associazioni ambientaliste si sono opposte al suo uso per oltre vent'anni. (...)"

Per leggere integralmente l'articolo "Why I Left Greenpeace" sul sito di "The Wall Street journal" (in inglese) cliccare qui

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