lunedì 24 novembre 2008

BJORN LOMBORG "CON LA SPESA DI KYOTO POTREMMO GARANTIRE ACQUA POTABILE A CHIUNQUE E PER SEMPRE"

Continuiamo a leggere testimonianze di pentimento di ex ambientalisti che, dopo aver superato la visione ambientalista ideologica, hanno voluto mettere seriamente a confronto gli slogan ambientalisti e le verità scientifiche.
Risultato più che evidente: l'abbandono del mondo ambientalista.
Stavolta ascoltiamo le parole di Bjorn Lomborg, quarantun'anni, uomo di sinistra, militante di Greenpeace, Phd in scienze politiche all'Università di Copenhagen.

Dopo aver scoperto le bugie degli ambientalisti ed aver abbandonato Greenpeace, Bjorn Lomborg ha fondato il Copenhagen Consensus, un gruppo di esperti in discipline diverse - economisti compresi - che si sono presi la briga di analizzare, con pragmatismo appunto, i problemi globali del pianeta.
Dal febbraio 2002 al luglio 2004, inoltre, Lomborg è stato Direttore dell’Istituto nazionale di Danimarca per la valutazione ambientale.

Per il 2008 Lomborg è stato annoverato dal "Guardian" tra le 50 persone che possono salvare il mondo mentre la rivista "Times" l'ha definito una delle 100 persone più influenti del mondo.
Ecco il parere di Lomborg tratto da interviste a “Il Giornale” e a “Il Sole 24 Ore”

"(Essere un ambientalista “scettico”) signiflca che io sono un ambientalista, perché - come la maggior parte della gente - mi preoccupo per la nostra Terra e per la salute e il benessere delle generazioni a venire.
Ma sono anche scettico, poiché me ne preoccupo abbastanza da non voler agire sulla base di semplici miti, ottimisti o pessimisti che siano.
Al contrario, gli uomini dovrebbero utilizzare le informazioni più accurate di cui dispongono per perseguire, tutti insieme, l’obiettivo comune di rendere migliore il domani”.

"La litania (Lomborg chiama in questo modo gli slogan e gli allarmi lanciati dagli ambientalisti - ndr) ha pervaso il dibattito così profondamente e così a lungo, che affermazioni chiaramente false possono essere dette e ripetute, senza alcun riferimento preciso, e ciò nonostante essere prese per buone.
Questa non è la conseguenza del fallimento della ricerca accademica sui problemi ambientali, che anzi è bilanciata e competente.
Piuttosto, ci troviamo di fronte alla disfatta della divulgazione delle conoscenze ambientali, che tocca insistentemente la corda delle nostre credenze fatalistiche”.

"Diciamo le cose come stanno.
Quanto peggio viene ritratto lo stato di salute dell’ambiente tanto più facile è per gli ambientalisti convincerci a spendere denaro su di esso anziché in ospedali, asili, eccetera. "

"Penso che potremmo aiutare il Terzo Mondo assai di più facendo altre cose, per esempio fornendo loro acqua potabile e servizi sanitari.
Con la spesa dl 200 miliardi - che è il costo di Kyoto per un solo anno — potremmo garantire acqua potabile a chiunque e per sempre.
Questo salverebbe ogni anno due milioni di persone dalla morte e mezzo miliardo di persone da una grave malattia. "

"Tra venti anni, ci volteremo indietro e ci meraviglieremo di esserci preoccupati così tanto. L’ambientalismo non sarà più una religione, ma semplice buonsenso”.

"Avete notato che i militanti ambientalisti quasi immancabilmente non si limitano a dire che c'è il riscaldamento globale e che è un male, ma anche che quello a cui stiamo assistendo è perfino peggio di quanto ci aspettassimo?
È strano, perché qualunque approccio sensato ai procedimenti scientifici indurrebbe a pensare che, man mano che affiniamo le nostre conoscenze, scopriamo che le cose a volte vanno peggio e a volte meglio di quello che ci aspettavamo, con una distribuzione fra cattive e buone notizie che verosimilmente dovrebbe essere di 50 e 50.
Per i militanti ambientalisti, invece, è quasi immancabilmente di 100 a 0."

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