
Ecco uno stralcio delle parole di Emma Marcegaglia tratte dall'articolo apparso sul sito de "Il Corriere" di oggi 15 ottobre:
«Noi non siamo anti-ambiente. Noi l'impegno per ridurre le emissioni inquinanti lo manteniamo. Ma non con queste norme. Perché così si uccide l'industria europea. E quella italiana prima delle altre »
«Il governo ha capito che non è una questione tecnica, che qui ci giochiamo il futuro. E diamo atto ai ministri interessati, da Andrea Ronchi a Claudio Scajola, da Franco Frattini a Stefania Prestigiacomo del grande lavoro già fatto per far capire anche a Bruxelles che la nostra non è un difesa corporativa ma la denuncia di un rischio certo: danni enormi alle economie in cambio di benefici infinitesimali per l'ambiente».
E a Berlusconi, che stasera sarà alla cena in cui i capi di Stato e di governo affronteranno la questione, chiede di «sostenere le ragioni dello sviluppo e prendere una posizione molto netta». Anche con un veto? «Anche con un veto, sì».
«Maggiori costi di 180 miliardi l'anno per le imprese europee, e di 20-27 solo per quelle italiane». Il tutto per ottenere un beneficio, in termini di riduzione delle emissioni di Co2 (il biossido di carbonio), «tra lo 0,3 e lo 0,53%».
«Il governo ha capito che non è una questione tecnica, che qui ci giochiamo il futuro. E diamo atto ai ministri interessati, da Andrea Ronchi a Claudio Scajola, da Franco Frattini a Stefania Prestigiacomo del grande lavoro già fatto per far capire anche a Bruxelles che la nostra non è un difesa corporativa ma la denuncia di un rischio certo: danni enormi alle economie in cambio di benefici infinitesimali per l'ambiente».
E a Berlusconi, che stasera sarà alla cena in cui i capi di Stato e di governo affronteranno la questione, chiede di «sostenere le ragioni dello sviluppo e prendere una posizione molto netta». Anche con un veto? «Anche con un veto, sì».
«Maggiori costi di 180 miliardi l'anno per le imprese europee, e di 20-27 solo per quelle italiane». Il tutto per ottenere un beneficio, in termini di riduzione delle emissioni di Co2 (il biossido di carbonio), «tra lo 0,3 e lo 0,53%».
Una percentuale «irrisoria, e non solo in paragone ai costi: l'Europa se li sobbarca, ma Usa, Cina, Brasile, India non hanno alcuna intenzione di farlo, e basterebbe andare a produrre in Turchia, in Nord Africa, di fatto anche in Russia per non avere più vincoli né prezzi da pagare ».
Nessun commento:
Posta un commento