giovedì 16 ottobre 2008

QUANDO I CRITERI PREVALGONO SULLA PROPAGANDA: L'ITALIA OTTIENE IL RINVIO DEL PIANO CLIMA DELL'UNIONE EUROPEA

Il cosiddetto "piano clima" dell'Unione Europea è stato rinviato all'unanimità grazie all'intervento del Presidente Berlusconi che, insieme al Ministro Frattini, ha fatto ragionare i rappresentanti dei paesi europei sull'inopportunità di approvare un piano costoso e inutile.

Nell'aula dell'Unione Europea i nostri esponenti hanno raggiunto questo risultato attraverso criteri di giudizio che il mondo dell'ambientalismo ignora totalmente.

Eccoli:.


BUONSENSO
"L'ambiente è uguale per tutti"
Presidente Silvio Berlusconi: «Bisogna partire da un principio e cioè se l'Unione europea deve essere la portabandiera di una politica per ridurre le emissioni di CO2 i gravami economici devono essere divisi tra tutti i cittadini in egual misura. Ci sono ad esempio dei paesi manifatturieri, come il nostro, che hanno dei gravami molto più alti rispetto agli altri paesi e, non è possibile dunque, che l'Italia si addossi costi altissimi rispetto ad altri Stati. Se l'Unione Europea a dicembre prenderà questa decisione, il tutto sarà suddiviso tra i 530 milioni di europei in egual misura. Questa deve essere la direzione»..

COMPROMESSO
"Flessibilità e sostenibilità"
Ministro Franco Frattini: «la parola d'ordine è flessibilità e sostenibilità. Se questi due elementi vengono inseriti, si può anche arrivare a un accordo».

REALISMO
"Valutazione dei costi e dei benefici"
Presidente Silvio Berlusconi: «Non possiamo chiedere di produrre auto pulite senza dar loro una mano ed è proprio su questo che stiamo lavorando. Le nostre imprese non sono assolutamente nella misura di sopportare i costi della regolamentazione proposta. Il pacchetto costerà all’industria automobilistica italiana dai 160 ai 180 miliardi di vecchie lire, mentre tutto il resto dell’economia, dovrebbe addirittura pagare il prezzo di 25 miliardi di gravame all’anno». .

CONCRETEZZA
"Non combattiamo i mulini a vento"
Presidente Silvio Berlusconi: «Non crediamo che sia il momento di fare i Don Chisciotte, di andare soli quando i paesi grossi produttori di C02 come gli Usa e la Cina sono assolutamente negativi sul fatto di aderire alla nostra azione».

COERENZA
"Sviluppo sostenibile e non declamazioni insostenibili"
Ministro Stefania Prestigiacomo «Siamo per lo sviluppo sostenibile, non per le declamazioni insostenibili che ci hanno portato a sforare del 13,5% gli impegni di Kyoto. Non dovrebbe sfuggire ai tanti che invocano questo pacchetto che i costi li pagherebbero i cittadini con rincari delle bollette e bei beni di consumo».

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