mercoledì 2 luglio 2008

CUORI NELLA DIVISA

Il capo della Polizia Antonio Manganelli, durante l’audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, ha invocato con forza la certezza della pena come unica soluzione per superate l’attuale paradossale situazione della certezza dell’impunità.

Il capo della Polizia ha aggiunto “È una situazione che noi operatori delle forze dell’ordine viviamo tutti i giorni, quando arrestiamo qualcuno per uno dei reati di cosiddetta criminalità diffusa e scopriamo che quel qualcuno nell’ultimo semestre era stato già arrestato altre tre o quattro volte per lo stesso tipo di reato. È una situazione assolutamente vergognosa quella che viviamo oggi”.

La condivisione immediata del contenuto dell’intervento di Manganelli, ha successivamente acceso in me ricordi e provocato alcune riflessioni.

Per oltre un anno ho servito lo Stato come Agente di Pubblica Sicurezza nella Polizia di Stato presso il Terzo Reparto Mobile di Milano.

Un “celerino” come si usa dire, uno di quelli che scendevano dal blindato davanti alla centrale nucleare di Trino Vercellese e venivano investiti da porfido, uova con la vernice, pietre e qualunque altro oggetto a disposizione degli autonomi che contestavano quell’impianto.

Uno di quelli che facevano le notti davanti al carcere di Piazza Filangeri, uno di quelli che facevano irruzione nei cascinali delle campagne bergamasche alla ricerca dei sequestrati, uno di quelli che lanciavano i lacrimogeni e usavano lo sfollagente (meglio conosciuto come manganello).

Un semplice Agente di Polizia, un semplice servitore dello Stato.

Ma convinto di quello che facevo.

Allora come adesso.

Ho abbandonato la Polizia di Stato a fine 1987 facendo il mio ultimo servizio la notte di Natale in Questura: da mezzanotte fino alle sette della mattina.

Anche l’ultimo giorno di servizio, quell’inspiegabile ma inevitabile amore per la divisa ha prevalso sulla naturale ed istintiva voglia di passare la notte di Natale con la mia famiglia.

E il mattino seguente uscendo per l’ultima volta dalla mia caserma di via Suzzani, ho pianto come un bambino (ma senza vergogna) per una scelta che sicuramente andava nel mio interesse professionale, che sicuramente dava concretezza ai miei studi ma che altrettanto sicuramente andava contro il mio cuore.

Questa premessa, magari a tratti emotiva e sentimentale, serve però a comprendere il mio affetto di oggi, anche come amministratore, verso i nostri Agenti di Polizia Locale e i nostri Carabinieri.

Un affetto e una stima verso quelle persone, dipendenti del nostro Comune e non, che ogni giorno abbandonano l’anonimato indossando una divisa che spesso è una condanna preventiva, una divisa che spesso è un bersaglio per le facili critiche e i luoghi comuni ma una divisa che, comunque, ha sempre il fascino che, per chi la indossa con vera convinzione e responsabilità. è impagabile.

Certamente come Assessore non posso che condividere la necessità che l’Amministrazione comunale abbia il diritto e il dovere di chiedere e pretendere sempre di più dalle forze dell’ordine per garantire maggiore sicurezza ai cittadini attraverso un servizio sempre migliore e di qualità.

Ma come uomo e, soprattutto, come ex Agente di Pubblica Sicurezza non posso nascondere una sincera ammirazione per queste ragazze e questi ragazzi, questi uomini e queste donne che vivono quotidianamente il rischio, la strada e i pericoli del loro lavoro ripagati prima di tutto (e soprattutto) dalla responsabilità che nasce dall’onore di poter indossare quella divisa.

Un fascino per la divisa che non muore mai.
Neanche dopo vent’anni.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Affascinante e commovente questo articolo.
Quando le cose partono dal proprio cuore scatta una convinzione di quello che si è e di quello che si fa.
Grazie Luca

Anonimo ha detto...

LA CLASSE NON E' ACQUA! Niente di più veritiero, che idea QUESTO BLOG!!!! Altro che Politik!
Qui si naviga con tutta sincerità e serietà.
Sicuramente leggeremo e discuteremo di cose serie e belle!!!
Grazie Luca

Anonimo ha detto...

La curiosità mi ha spinto ad entrare in questo blog, se ne parlava nel blog Limbiate Politik, direi che sembra interessante. Speriamo di avere delle belle informazioni sulla vita di Limbiate, anche se non avro' molto tempo, un'occhiata la daro' volentieri.
Ciao

Il Fabbricante ha detto...

Tralasciando la vena sentimentalista di questo intervento, visto che siete tanto presi dall'argomento della certezza della pena, come mai non dite niente sul fatto che è (che è stato e che continua ad essere) il vostro capo ad aver distrutto il sistema giudiziario italiano per salvarsi dai suoi processi?

Anonimo ha detto...

Stavo per dire la stessa cosa, Fabbricante.
Anche in questi giorni i nostri valenti governanti cercano l'immunità per le alte cariche: certezza della pena sì, ma a due velocità!
Chissà cosa direbbe Manganelli (un cognome proprio indicato!) riguardo a questo.

Luca Mestrone ha detto...

Mi spiace che i commenti di Fabbricante e Limbiateblog vadano a spostare l'argomento su questioni di politica nazionale senza riconoscere minimamente il lavoro degli Agenti di Polizia Locale e dei Carabinieri di Limbiate che era lo scopo del mio post.
Quanto alla certezza della pena certamente si tratta di un percorso lungo ma determinante per la sicurezza dei cittadini e per il rispetto del lavoro delle forze dell'ordine richiamato duramente dal capo della Polizia Manganelli.
Nell'immediato è necessario eliminare i benefici della Legge Gozzini per i reati più gravi e reiterati così come si tratta di assicurare l'immediato processo per gli arresti in flagranza di reato.
Ma bisogna saper progrmmare e lavorare anche per interventi sulle strutture sia per rendere disponibili i penitenziari già pronti ma non ancora attivi, sia per finanziare e progettare nuove strutture carcerarie.
Tutto questo trova spazio negli impegni elettorali di questo governo all'interno del pacchetto sicurezza e rappresenta una delle priorità di questo Governo.
Il governo Prodi, al contrario, non avendo una programmazione seria in materia di sicurezza ed essendo ostaggio della sinistra estremista, come un moderno Ponzio Pilato ha preferito l'indulto alla ricerca della garanzia della pena certa.
Qunato a Berlusconi, la tanto contestata immunità nei confronti delle più alte cariche dello Stato per i reati non riferiti al loro ruolo istiuzionale, è una forma di garanzia già applicata in altri paesi come ad esempio la Francia.
Ma in Italia la tutela delle alte cariche dello Stato è purtroppo da considerarsi in tutto e per tutto un'emergenza necessaria per evitare l'accanimento e la persecuzione giudiziaria nei confronti del Presidente del Consiglio alla quale la magistratura politicizzata di sinitra ci ha tristemente abituato.
E alla quale ha già dimostrato di non voler rinunciare riprendendo il metodico e costante attacco giudiziario nei confronti del Presidente del Consiglio sia in campagna elettorale, sia subito dopo la sua schiacciante vittoria.

Il Fabbricante ha detto...

Qunato a Berlusconi, la tanto contestata immunità nei confronti delle più alte cariche dello Stato per i reati non riferiti al loro ruolo istiuzionale, è una forma di garanzia già applicata in altri paesi come ad esempio la Francia.

Tralasciando che in altri paesi (come la Francia citata) l'iimunità riguarda il presidente della repubblica e non il capo del governo, va fatto notare che in tutti i paesi occidentali in cui è prevista l'immunità per qualche alta carica essa riguarda solo i reati inerenti l'ufficio pubblico.

Il signor B. invece, dopo aver depenalizzato il falso in bilancio, ora ha completamente bloccato il processo Mills che lo vede imputato per CORRUZIONE di un testimone. Fatto denunciato dal commercialista dell'avvocato Mills.

Sul fatto della porcata dell'indulto fatta dal governo Prodi, purtroppo, devo darle ragione. Non venga però a dirci che il pacchetto sicurezza è volto ad una razionalizzazione dei processi. Non è razionale che:

-stupri e rapimenti vengano messi da parte
-lasciare liberi eventuali imputati colpevoli
-accatastare immense quantità di carte, prove, registrazioni con immenso dispendio di energia e denaro
-prolungamento del già lunghissimo iter giuridico (messo in crisi da Craxi prima e dal signor B. poi per interessi personali)
-rendere difficile la ripresa dei processi accantonati con il rischio che cadano in prescrizione.

Non sono cose inventate ma riportate dal CSM.

E tutto perchè il signor B. non dovrebbe essere a governare il nostro paese ma in una cella e molti (anche dei governi di Sinistra) con lui.

Edo

Anonimo ha detto...

Luca Mestrone ha detto:

"Il governo Prodi, al contrario, non avendo una programmazione seria in materia di sicurezza ed essendo ostaggio della sinistra estremista, come un moderno Ponzio Pilato ha preferito l'indulto alla ricerca della garanzia della pena certa."

Questa è un'aberrazione.

1) La legge sull'indulto è una legge formale, non un decreto legge. E' l'espressione della volontà del Parlamento. Dire "un Governo ha preferito x" equivale a dire "un Governo ha scelto x". Un Governo, nel caso dell'indulto, non ha facoltà di scelta. Quest'ultima spetta al Parlamento.

2) Il progetto di legge sull'indulto è stato approvato anche grazie al voto (indispensabile) dei parlamentari di Forza Italia. Tra i nomi di coloro che hanno votato a favore vi è anche quello di Silvio Berlusconi.

3) Sintesi dell'intervento dell'On. Pecorella, relativo alla legge sull'indulto:

Gaetano PECORELLA (FI) nel rammentare che sin dalla scorsa legislatura la sua parte politica ha sostenuto la concessione contemporanea dell'amnistia e dell'indulto, si limita ad osservare che prevedere il solo indulto obbligherebbe comunque a celebrare processi i cui risultati sarebbero poi vanificati. Manifesta tuttavia la consapevolezza che oggi l'indulto riveste un'urgenza massima, a fronte di una situazione ambientale che va aggravandosi e che mette in forse la sopravvivenza in vita degli individui.
(tratto dal sito della Camera dei Deputati)

4)Last but not least, tra i firmatari del progetto di legge sull'indulto spicca il nome di un certo Daniele Capezzone, il quale non ha certo bisogno di presentazioni.

Anonimo ha detto...

E' vero, indossare la divisa significa sacrificio, ma la consapevolezza di essere un tutore dell'ordine e poter infondere sicurezza al cittadino annulla tale fatica.
La deontologia dovrebbe essere un punto fermo per gli operatori di polizia (e per me lo è) e solo grazie ad essa che quotidianamente si è fieri di indossare l'uniforme, di proseguire a testa alta e controllare il territorio in modo capillare ed essere sempre pronti ad aiutare i cittadini che hanno bisogno anche se questi il giorno prima ti hanno insultato.
é vero... che strani i cittadini se gli contesti qualunque infrazione sei bersagliato dalle critiche, ma immediatamente se gli risolvi un problema o peggio si trovano incastrati nelle lamiere della loro macchina a causa di un incidente stradale ti considerano il loro "salvatore".
Queste incongruenze di pensieri a volte mi massacrano ma fortunatamente ho accanto delle persone che mi spronano a continuare a fare il mio lavoro nel migliore dei modi perchè loro credono in me e soprattutto io credo in quello che faccio o meglio in quello che sono: un agente di polizia.

Luca Mestrone ha detto...

Saluto il Sig. Alfio Sileno che mi ha inviato un commento molto tecnico e supportato da fatti e citazioni.
E lo ringrazio soprattutto perchè mi offre l'opportunità di chiarire una cosa: io non sono il portavoce di Forza Italia.
Questo ruolo è stato affidato a Daniele Capezzone come, maliziosamente, il Sig, Sileno ricorda.
In questo blog io mi esprimo per quello che è il mio pensiero, anche se dovesse essere in contrasto con quello del Partito che mi onoro di rappresentare a livello personale e a livello istituzionale da tanto tempo.
Questa è la mia libertà a cui non rinuncerò mai.
Perchè il Partito di Forza Italia non è mai stato un surrogato del mio cervello, non si è mai sostituito alla mia cultura e il suo pensiero non si è mai trasformato necessariamente nel mio pensiero.
L'omologazione alle idee del partito ha mietuto troppe vittime nel Partito Comunista.
Ho avuto modo di conoscere persone sinceramente deluse dal crollo del comunismo proprio per la fiducia totale concessa al partito a prescindere dal proprio pensiero.
Questa fiducia, che conoscendo le persone nasce davvero da una fiducia riposta con tanta buona fede nel partito e nelle sue ideologie si è traformata, alla lunga, in un altrettanto sincero pentimento.
Io, facendo tesoro anche di queste esperienze, non voglio dovermi pentire un giorno di una scelta politica.
Voglio aderire ad un Partito che mi dia la possibilità di mantenere il mio pensiero e la mia libertà.
Per questo ho aderito a Forza Italia nel 1994 e, a distanza di 14 anni sono fiero di poter affermare che questa mia libertà individuale non è mai venuta meno e non è mai stata sacrificata sull'altare politico.
Questo è quanto mi permette di dire che Pecorella, Capezzone e Berlusconi potanno avere dichiarato o votato quello che hanno ritenuto migliore in quel momento, nel contesto politico e nelle condizioni del momento.
Ma il mio pensiero non cambia.
La Legge sull'indulto non potrà mai essere condivisa dal sottoscritto.
Si ricordi Sig. Sileno uno slogan che non è solo propaganda ma è quotidianità: "Forza Italia, forza di libertà"
E' il motivo per cui sono oggi fiero di aderire a Forza Italia.
Oggi come 14 anni fa.

P.S.: mi permetta il Sig. Sileno di muovere una osservazione: cercare dei doppi salti mortali carpiati con avvitamento è ottima pratica ginnica ma pessima prassi dal punto di vista politico.
Dire che la scelta dell'indulto è una scelta parlamentare e non del governo è come il gioco delle tre tavolette.
Il Parlamento è l'espressione di una maggioranza che ha nel Governo il braccio esecutivo.
Non prendiamoci in giro...

Luca Mestrone ha detto...

Accolgo con sincero piacere il commento di questo anonimo che anonimo è solo formalmente perchè il suo "cuore nella divisa" è talmente evidente da non richiedere una associazione anagrafica.
Questo è il cuore di chi ho conosciuto indossare la divisa intesa come consapevolezza di sacrificio, consapevolezza di ruolo, come motivo di orgoglio e come missione da portare a termine.
Anche a dispetto di quegli "strani cittadini" (come li ha definiti correttamente l'aninimo Agente) che perdono le staffe per una multa ma che ti riconoscono "salvatore" quando risolvi un problema o quando ti estraggono dalle lamiere.
Questo è il mistero inspiegabile della responsabilità di una divisa: lavorare nelle critiche per avere un grazie ogni tanto.
Ma quel grazie è impagabile.
Ed è lo stimolo a stare sulla strada, a rischiare la stessa propria vita.
Perchè quel grazie è il senso del lavoro di ogni giorno.
Un lavoro fatto di fatica ma anche di soddisfazioni.
Le fatiche sono sopportate anche con l'aiuto dei colleghi che credono davvero in quella divisa intesa non come un cartellino da timbrare ma come una vera e propria missione da svolgere.
Le soddisfazioni sono invece quelle di lavorare per il bene comune.
E solo chi l'ha provato sa cosa vuole dire.
Grazie Agente del suo commento!
Questo blog darà sempre spazio e risalto ai problemi, ai commenti, ai bisogni delle Forze dell'Ordine!

Anonimo ha detto...

Gentile sig. Mestrone,

innanzitutto la voglio ringraziare per lo spazio che mi ha concesso (e che spero continuerà a concedermi) sul suo blog.

Non ho certo intenzione di discutere il suo credo politico espresso con sincera passione nella risposta al mio commento. Non mi permetterei mai.

Mi lasci però dissentire su quanto da lei affermato nel post scriptum.
Quelli che lei definisce come esercizi ginnici mirabolanti non sono altro che principi basilari del diritto costituzionale. Lei medesimo, dicendo che "il Parlamento è l'espressione di una maggioranza che ha nel Governo il braccio esecutivo", non sta facendo altro che citare uno di tali principi, ovvero la separazione dei poteri. In base a tale principio il Parlamento detiene il potere legislativo ("fa le leggi") e il Governo quello esecutivo ("applica le leggi"). E' ciò che avevo affermato nel mio commento precedente, ed è la stessa cosa che lei ha sostenuto, cercando con ciò di farmi passare per un mentitore. Lei mi sta dando torto e ragione nello stesso tempo. O forse ho capito male?

P.S.
Farò tesoro del suo consiglio. Se un giorno entrerò in politica, adeguerò il mio linguaggio. Parlerò il politichese contemporaneo. Anzi, potrei farlo da subito dicendo: "Forza Italia ha votato la Legge sull'indulto. Se lei afferma che l'indulto lo ha voluto solamente il centro-sinistra, ci sta prendendo in giro".

Luca Mestrone ha detto...

Troverà spazio ogni qualvolta vorra esprimere il suo parere!

Mi limito ad un commento veloce: è vero Forza Italia ha votato l'indulto proposto dal centro-sinistra.

Come le avevo scritto nel precedente commento, ogni voto è espressione di una scelta ritenuta la migliore in quel momento, in quel contesto politico e nelle condizioni del momento.

Ma come sempre una votazione, una volta consegnata agli archivi dei lavori parlamentari, si riduce ad un confronto numerico tra favorevoli e contrari.

Per cui penso sia necessario ricordare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che motivano la scelta di appoggiare l'indulto:
“è una scelta che non cambierei perché le carceri stavano per scoppiare. Ci sarebbero potute essere delle rivolte sanguinose causate da una politica che non era stata in grado di costruire nuove strutture carcerarie”.

Un voto quindi di responsabilità a fronte di un provvedimento che rendeva evidente l'incapacità politica di programmazione.

Un voto quindi apprezzabile pur non condividendo la scelta della legge sull'indulto.

Scelta del centrosinistra.

L'aspetto presto!