martedì 15 luglio 2008

RECENSIONE: "STIAMO FRESCHI" DI BJORN LOMBORG

Visti i miei precedenti post sul riscaldamento globale, volevo aggiungere un interessante contributo segnalandovi l'ultimo libro di Bjorn Lomborg, edito da Mondadori ed appena uscito nelle librerie dal titolo "Stiamo freschi - Perchè non dobbiamo preoccuparci troppo del riscaldamento globale" che mi sono davvero divorato in pochi giorni.

L'autore del libro, Bjorn Lomborg, è un ex ambientalista, membro di Greenpeace, uomo di sinistra, professore associato di statistica al Dipartimento di scienze politiche dell'Università di Aarhus in Danimarca, opinionista per il "New York Times", il "Wall Street Journal" e l'"Economist".

Lomborg ha abbandonato Greenpeace e il mondo dell'ambientalismo dopo aver svolto delle approfondite ricerche scientifiche che gli hanno dimostrato come la realtà era totalmente diversa dalle teorie che, per lungo tempo, erano state la base delle sue battaglie ecologiste.

Il risultato di questo suo lavoro di approfondimento è stato pubblicato nel 2003 in un libro davvero voluminoso, "L'ambientalista scettico" dove attraverso 3.000 note e una bibliografia di oltre 1.800 titoli, ha voluto dare una valutazione corretta su tematiche ambientali diffuse o, meglio, su quella infinita serie di credenze pseudo-scientifiche che gli ambientalisti diffondono facendo leva sulle paure popolari: sovrappopolazione, esaurimento delle risorse naturali, biodiversità, inquinamento, effetto sera, ecc.

Il nuovo libro di Lomborg, "Stiamo freschi" tratta invece esclusivamento il tema del global warming, il riscaldamento globale entrando nel campo scientifico, economico e politico, sempre attraverso una bibliografia incredibilmente ampia per referenziare e qualificare le sue affermazioni.

Un libro davvero interessante che si conclude con queste parole che mi hanno fatto riflettere:

"Quando spendiamo 5 dollari per compensare l'emissione di una tonnellata di anidride carbonica facciamo qualcosa di buono (probabilmente generando un beneficio sociale di circa 2 dollari). Ma gli stessi 5 dollari donati a un'altra organizzazione avrebbero potuto produrre un beneficio sociale del valore di 200 dollari se fossero stati usati per la prevenzione dell'HIV/AIDS o di 150 dollari se usati contro la denutrizione. Vorrei che fosse ritenuto naturale preferire benefici del valore di 200 dollari invece che di 2.
...
Spero che potremo guardare negli occhi le nuove generazioni e dire loro che non abbiamo fatto solo ciò che ci sembrava utile in base alle mode del momento, ma che abbiamo migliorato a fondo il mondo grazie a strategie semplici, sperimentate e sensate, non abbiamo fatto solo qualcosa che ci faceva sentire bene, ma qualcosa che faceva davvero bene."

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Siccome l'ultima volta che ho dato un commento documentato non mi ha risposto (la carica dei 31.000), farò un superficiale copia-incolla di un articolo apparso su Avvenire che rispecchia grossomodo il mio pensiero sull'uso della scienza da parte della politica:

Dopo aver partecipato a un convegno sul disorientamento, vado in Internet per documentarmi sul libro del giorno: L'ambientalista scettico, di Biørn Lomborg dell'università danese di Aarhus, pubblicato meno di un anno fa in inglese e in via di traduzione in italiano.

Lomborg accusa gli scienziati e le organizzazioni ambientaliste di esagerare: l'aumento di popolazione non pone problemi, l'acqua potabile è abbondante, la deforestazione e l'estinzione delle specie sono sovrastimate, la lotta all'inquinamento è stata vinta; infine, invece di combattere una costosissima battaglia contro il riscaldamento globale, di cui non ci sono prove, è meglio spendere quei soldi per costruire ospedali e quant'altro.

La fanfara dei media ha sonato la marcia trionfale e le lodi al volume si sono sprecate. Recensendolo per il "Washington Post", un professore di filosofia neozelandese ha affermato che questa "maiuscola opera" è la "ricerca più importante sull'ambiente da quando nel 1962 Rachel Carson pubblicò Primavera silenziosa, il cui spirito è diametralmente opposto." È ovvio che chi ha interesse a mantenere lo status quo brandisce il libro per confutare i "miti" del riscaldamento globale e per bloccare ogni iniziativa che riguardi l'ambiente.

Ma lasciamo perdere le questioni legate agli interessi economici: di per sé il libro di Lomborg è attendibile? A prima vista si presenta come un'opera imponente (oltre 500 pagine e quasi 3000 note). Ma la "Union of Concerned Scientists", un'organizzazione indipendente cui aderiscono scienziati solleciti dei problemi dell'umanità, ha chiesto ad alcuni specialisti di commentare il volume per scoprire se lo scetticismo si accompagnasse a rigore e obiettività. Il risultato è stato disastroso: secondo gli esperti lo scettico danese distorce i ragionamenti e fa un uso disinvolto dei dati per accreditare le sue tesi e screditare le tesi contrarie. Critiche analoghe sono state mosse da un gruppo di scienziati che hanno studiato il volume per conto di "Scientific American".

Perché il mio disorientamento? Perché quando gli scienziati devono affrontare i problemi reali vengono fuori i loro pregiudizi, la loro ideologia, le loro emozioni, insomma tutta la loro irrazionalità. Non esistono dati certi, esistono solo dati interpretati (o addirittura manipolati) per dimostrare tesi preconcette. Da una parte e dall'altra, beninteso. Di chi fidarci allora? Non solo noi profani, ma di chi si devono fidare i politici?

Meno di un mese fa i biologi Drew Harvell e Andrew Dobson hanno pubblicato su "Science" uno studio che elenca i rischi mortali che deriverebbero (e già derivano) alla salute di piante, animali e umani dall'aumento globale della temperatura. È un catalogo impressionante, che è stato puntualmente contestato da altri studiosi. Come ha scritto su queste pagine sabato scorso Claudio Camarca, "la Morte non legge i giornali, non si lascia convincere dagli scienziati, non ha voluto credere alle dicerie, alle statistiche: ha tirato per la sua strada mentre quei professori litigavano."

PS: le dimensioni non contano.

Luca Mestrone ha detto...

Mi permetta la schiettezza: nell'articolo copiato e incollato, ad un certo punto viene posta una domanda: "di chi fidarci?"

Io le posso dire che per scrivere questo post non mi sono fidato di nessuno se non del mio giudizio dopo aver letto (a volte con tanta fatica) i due libri di Bjorn Lomborg.

Ed ho letto sia le oltre 500 pagine de "L'ambientalista scettico" sia le 183 pagine di "Stiamo freschi".

E quando sostengo che l'ultimo libro merita di essere letto le riporto un mio giudizio.
Discutibile ma mio.

Evito quindi di rispondere citando numerosi altri articoli apparsi sulla stampa e di tono totalmente diverso.

Le rispondo invece con una domanda: perchè anzichè affidarsi a parole di altri non prova a leggere il libro in modo da dare il SUO giudizio?

Paura dell'informazione alternativa a quella ambientalista?
Paura del crollo dei pregiudizi e delle ideologie?

Non posso crederci...

Saluti!

Anonimo ha detto...

Se ho paura di qualcosa non è certo di - eventualmente - scoprire di aver sbagliato. Solo lo stolto non cambia idea.

Piuttosto: lei nei suoi post precedenti ha dimostrato una certa sicurezza per le proprie idee. Lei si trova in una posizione in cui l'assenza di idee certe dal mondo scientifico cui affidarsi (il "di chi fidarci?" che ha citato) si dovrebbe materializzare in una apertura verso tutte le voci in capitolo, ambientalisti compresi.

Lo fa già?

Per ogni autore che citerà, per quanto autorevole possa essere la sua figura o voluminoso il suo scritto, non sarà difficile fare una ricerca su google e trovare pareri discordanti da parte di autori altrettanto autorevoli.

Detto questo: ognuno si sceglie le proprie letture. Purtroppo intendo dedicare l'estate ad alcuni grandi classici italiani.

Questo non significa che non mi piacerebbe di più. Con l'elezione è stato delegato lei a informarsi, studiare e scegliere cos'è meglio per noi e per il nostro ambiente in base alle sue conoscenze.

Ora: la cementificazione di Limbiate, l'assottigliamento del parco Groane, la quasi assenza di piste ciclabili, ecc... sono contemplate in quella che lei chiama la "mia cultura di rispetto dell'ambiente"?

Luca Mestrone ha detto...

Sì mi informo e consulto tutte le fonti sacrificando il tempo che meriterebbero i classici italiani.

Ma non perchè sono stato delegato (non eletto!) dal Sindaco ma perchè coltivo da sempre questa passione per la ricerca della verità.

Le specifico "ricerca della verita" che non vuol dire certezza assoluta.
Ma almeno capacità di esprimere motivazioni personali.

Perchè vede, parlare per slogan, per sentito dire offende sia chi parla che chi ascolta.

Lei parla in conclusione del suo commento di cementificazione, Parco delle Groane, ecc.

Sono le frecce spuntate di cinque anni di opposzione bugiarda alla nostra amministrazione, di una campagna elettorale bugiarda della sinistra persa in maniera disastrosa e vinta in modo quasi plebiscitario dal Sindaco Romeo.

E lei le usa ancora...

La ricerca della verità per chi amministra, e in questo caso si tratta di verità inconfutabile, è raggiungere la soddisfazione della gente di Limbiate.

E per verificarla basta leggere i risultati elettorali.

Lo faccia come promemoria.

Tanto non perde più di due minuti.

E le rimane tutto il tempo che vuole per la saggistica italiana...

Anonimo ha detto...

"La ricerca della verità per chi amministra, e in questo caso si tratta di verità inconfutabile, è raggiungere la soddisfazione della gente di Limbiate.

E per verificarla basta leggere i risultati elettorali."

Nessuno stupore: appena vi si pizzica, dite di andare leggere i risultati elettorali. Un pochino infantile, non trova?
I risultati elettorali vanno letti - per l'appunto - alle elezioni, non sbandierati ad ogni accusa come passepartout per qualsiasi cosa.

Comunque credo siate in errore (ma non sono un politico, quindi prendetela così): il risultato elettorale è frutto anche di mille altri fattori, che con i vostri meriti non c'entrano nulla. Non citiamoli per brevità.

Quanto alle frecce, immagino che sia facile spuntarle quando si fa parte della maggioranza.