
Me lo aspettavo.
E non mi sono sbagliato.
L'"uomo delle K" dal suo
blog è intervenuto con rapidità in merito al mio post "La carica dei 31.000".
E non avevo dubbi.
Il mio post conteneva troppe provocazioni.
C'erano delle verità scientifiche difficilmente contestabili con altre verità scientifiche.
C'erano numeri evidenti difficilmente sovvertibili attraverso altri numeri altrettanto evidenti (come negare che una singola eruzione di un vulcano produce il triplo della CO2 prodotta in un anno da tutte le attività umane presenti sulla terra?).
Sapevo che il mio post era scomodo per essere affrontato da chi ha una visione fortemente ideologica dell'ambiente fatta più di slogan e frasi fatte (salviamo le foreste, riduciamo l'inquinamento e usiamo le energie rinnovabili) che non di fatti e dati certi.
Per questo motivo la risposta dell'"uomo con le K" è stato un divagare tra religione, edificazione selvaggia, interessi economici mondiali e propaganda ambientalista.
Un pò come nel "gioco della pentolaccia" quando il giocatore, essendo bendato e non potendo vedere dov'è la pentola da colpire, sferra colpi ovunque con la speranza, prima o poi, di raggiungere anche il bersaglio.
Me l'aspettavo.
Nulla di clamoroso.
Quando il ragionamento esce dai canoni tradizionali della battaglia politica fine a se stessa, per cercare di approfondire degli argomenti, introdurre delle analisi e degli approfondimenti, citare una scelta fatta da 31.000 scienziati, capita spesso di avere a che fare con chi, per poter intervenire e avere qualcosa da dire, deve riportare i toni alla pura bagarre.
Ma penso che sia giusto non cadere nella provocazione evitando le risposte dirette e non entrando nella bagarre.
Ho passato tanto tempo (e ne passo tutt'ora) a leggere testi, siti Internet, documenti sull'ambiente di qualsiasi genere e fonte (di Governi, di Comitati Scientifici, di Università, della Chiesa, dei movimenti ambientalisti, di opinionisti di destra e sinistra e chi più ne ha più ne metta) per fermarmi davanti alla polemica.
Voglio invece andare avanti aggiungendo due ulteriori riflessioni che proseguono il post di ieri introducendo, visto che è stata citata nel "gioco della pentolaccia" dell'"uomo delle K", anche la visione crisitana dell'ambiente.
Il riscaldamento globale provocato dall'attività uomana non ha alcuna evidenza scientifica.
Questo allarme non è scientifico ma ambientalista.
Basta pensare a tal proposito che Stephen Schneider, ex consigliere del Presidente americano Bill Clinton e oggi uno dei tanti allarmisti del riscaldamento globale, negli anni '70 ha scritto una miriade di articoli ed addirittura un libro per denunciare i rischi che le attività industriali umane avrebbero portato al congelamento della terra!!!
E' passato dal freddo al caldo con la stessa disinvoltura con cui un gamberetto surgelato passa dal congelatore all'olio di frittura!
Ma va bene così!
L'ambientalismo ha la memoria corta: caldo o freddo è relativo, l'importante è lanciare allarmi!
Infatti Schneider nonostante gli "sbalzi termici" ha ottenuto il riconoscimento che non si nega mai ad un eco-allarmista: oltre ad essere (ovviamente) una delle autorità di riferimento degli ecologisti allarmati è addirittura riuscito a farsi affidare una consulenza dall'ONU per il cambiamento climatico!!!
Incredibile!
Introducendo invece la visione cristiana dell'ambiente, è necessario partire dalle parole che ha utilizzato Giovanni Paolo II per descrivere l'ambiente come casa e come risorsa per l'uomo e, di conseguenza, l'uomo come abitante e come custode.
Se ci pensate bene, la posizione della Chiesa coincide esattamente con quella di qualunque uomo che, a prescindere dalla religione, affronta razionalmente il problema del rapporto tra uomo e ambiente.
Perchè è una posizione antropocentrica moderata che cioè mette al centro l'uomo come abitante della casa ma, al tempo stesso, riconosce all'uomo un elemento unico che lo differenzia da tutti gli altri organismi viventi e che lo caratterizza in tutta la biosfera: l'intelligenza!
Ed è proprio attraverso l'intelligenza, che è consapevolezza, che è conoscenza scientifica, che è capacità di analisi, che l'uomo può utilizzare l'ambiente come risorsa per ricercare il proprio naturale bisogno di felicità ma, al tempo stesso, può esserne il custode proprio attraverso l'intelligenza che, attraverso la conoscenza, impone i limti della ragione alla sua azione.
Questa è la visione dell'ambiente che mi appassiona e che trovo corretta.
Che non esclude la riduzione dell'inquinamento, la tutela delle foreste, le energie rinnovabili.
Ma che esclude le bugie e la strumentalizzazione quale premessa per la tutela dell'ambiente.
Dire che l'uomo è la causa dell'effetto serra è dire una bugia.
Dire che l'uomo produce una parte trascurabile della CO2 presente in atmosfera è dire una verità scientifica.
Dire che l'uomo deve ridurre l'inquinamento perchè altrimenti aumenta il riscaldamento globale e si sciolgono i ghiacciai è ripetere uno slogan fine a se stesso.
Dire che l'uomo deve ridurre l'inquinamento per migliorare la qualità della vita e tutelare la propria salute è dire una verità scientifica.
Questa è la differenza.
Ma che è una differenza sostanziale.
Perchè è la differenza tra ideologia e ragione.
E' la differenza tra ambientalismo e cultura dell'ambiente